Logic of Denial «Atonement» [2013]
Recensione
Un'altra band da Reggio Emilia che ci propone ancora un death metal più affine alle venature old school. Ma è una mia impressione o l'Emilia Romagna sforna band valide come i piloti di MotoGP? Ma bando alle ciance, parliamo di questo succulento "Antonement" contenente 11 pesantissime e velocissime tracce. Voglio subito anticiparvi che dei 40 minuti contenuti in questo album di novità non ne vediamo in lontananza, ma anzi in certi momenti risulta monotono e di poco spessore. Lo lascio quindi a coloro che per iniziare loro giornata si svegliano con la suoneria dei Morbid Angel a tutto volume. Ci sono 2 elementi che saranno difficili da mandare giù per tutti, punto primo la voce di Mattia che complimenti a parte per un'ottima cadenza violenta, non dona mai un certo pathos lasciando il tono e il modo di growlare sempre allo stesso modo. Secondo sembra purtroppo di sentire per l'integrità dell'album un'unica traccia divisa da 11 sezioni, il che non è il massimo da parte di un gruppo che di potenzialità ne ha, ma non giocate al massimo in questo caso. Però non diamoci per vinti, perché pezzi come "Echtra", "Weeping Upon Repugnance" o "Despondency" sono dei validi esempi di come si dovrebbe suonare il puro e crudo death metal alla vecchia maniera. Per il resto rimane di sottofondo un tappeto incessante e gradevole di doppia cassa con blast-beat perfettamente mixate con gli altri strumenti senza coprire ne chitarre ne il basso. Ecco quest'ultimo devo dire mi piace molto, non ha moltissimi spazi di protagonismo se non in qualche traccia come stacco, ma ha quel suono elettrico da cavo di funivia che riempie perfettamente ogni canzone con un suono bello secco. Non troviamo nessun tipo di breack-down, ne di sperimentazione melodica o thrash, nessun cantato pulito, solamente quelle vene estreme dettate da capisaldi come Nile, Hate Eternal, Morbid Angel o per citare i nostrani Hour of Penance (che insieme fanno davvero un ottimo duetto della morte). Tecnica che spruzza violenza sempre con ottimi riff purtroppo certe volte ripresi in più canzoni (purtroppo e sottolineo purtroppo), poi niente da aggiungere ragazzi, per suonare questo genere non vi manca niente. Quindi tirando le somme è un album ben calibrato a livello sonoro, un mix perfetto che lascia spazio ad ogni strumento, ma mirato ad un pubblico specifico. Chi vuole tornare ai fausti di metà anni 90, questo fa proprio per voi.
Track by Track
- Reek of Perpetual Infamy 70
- Weeping Upon Repugnance 80
- Behold the Throne of Torture 70
- Vile Blessing Prelude 75
- The Ravenuos Patterns (of Oblivion) 70
- Sepsis 80
- Catharsis Through Ungoly Annihilation 70
- Apocrypha 75
- Oracles of Iniquity 80
- Echtra 85
- Despondency 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 65
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
77Recensione di Karmator pubblicata il 05.03.2013. Articolo letto 2203 volte.
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