Madness Of Sorrow «Signs» [2011]

Madness Of Sorrow «Signs» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1851

 

Band:
Madness Of Sorrow
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Titolo:
Signs

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Muriel Saracino :: all instruments, vocals

 

Genere:

 

Durata:
39' 39"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il progetto “Madness of Sorrow” vede la luce non troppo tempo fa e nasce dalle ceneri dei Filthy Teens, band che il master-mind/polistrumentista Muriel Saracino ha deciso di far evolvere cambiando le carte in tavola e proponendo musica più ricercata e, per l’occasione, Saracino ha registrato e mixato da sé tutto il materiale che è andato a formare questi quaranta minuti di “Signs”.
E’ un disco che, per buona parte, mi ha fatto letteralmente volare indietro di come minimo tredici anni, quando “Mechanical Animals” e “Antichrist Superstar” di Marilyn Manson rappresentavano per il sottoscritto un sound del tutto nuovo e un modo di fare musica eccellente; certo, avevo anche tredici anni all’epoca e quindi potevo essere facilmente impressionabile, ma quell’industrial/alternative rock a la “Manson/Trent Reznor” lo ascolto ancora oggi con piacere e apprezzo moltissime band seguaci del genere oppure semplicemente influenzate da tali sonorità.
I “Madness Of Sorrow” non fanno differenza ed è con piacere che mi sono accinto all’ascolto. Ho sempre adorato i temi horror se suonati con cognizione di causa.
Da annotare la presenza, all’interno degli arrangiamenti, di due grandi musicisti: Simon Garth (ex chitarrista nel tour di “Do What Thou Wilth” dei Death SS) e Ross Lukather (batterista di Labyrinth, Death SS, Athena, Shining Fury).
Tutto sommato devo ammettere che “Signs” è un lavoro che ricalca appieno le potenzialità del sound di cui sopra e il modo di cantare palesemente interpretativo, sporco, un po’ effettato e sguaiato ci calza proprio a pennello.
Le composizioni sono semplici e ben giostrate tra chitarre che si occupano principalmente di riff, a volte ripetitivi e prevedibili e a volte più incisive, centinaia di effetti di samples e drumming cadenzato senza mai eccedere.
Certo, è ancora limabile in quanto non sempre tutto mi ha convinto ma posso dire con certezza che le idee migliori si trovano nella prima parte del platter mentre nella seconda avviene una sorta di assottigliamento e meno indagine sui suoni così come la sperimentazione inizia a vacillare e di conseguenza si evince che l’ispirazione generale non è come pochi minuti prima.
“Signs” brilla di una luce fioca, ma almeno quel timido bagliore fa presupporre che, sì, come primo lavoro è un po’ acerbo ma il prossimo già sarà un faro nel buio. I presupposti sono buonissimi.

Track by Track
  1. Intro -- Welcome To The Apocalypse 60
  2. Six Sex Sin 70
  3. Miss Suicide 70
  4. Signs 70
  5. Clowns Of The Earth 50
  6. Soldier Of God 60
  7. Radio Death 65
  8. Ocean Of Pain 50
  9. The Armageddon Song 60
  10. Autopsy Of a Romance 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
63

 

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