Manam «Rebirth of Consciousness» [2018]

Manam «Rebirth Of Consciousness» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Fleshrequiem »

 

Recensione Pubblicata il:
05.12.2018

 

Visualizzazioni:
1669

 

Band:
Manam
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Titolo:
Rebirth of Consciousness

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Marco Salvador: Vocals, Lead Guitar
Fabiola Bellomo: Rhythm Guitar
Marco Montipò: Bass, Backing Vocals
Nicola De Cesero: Drums

 

Genere:
Melodic Death Metal / Spiritual Metal

 

Durata:
47' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
23.11.2018

 

Etichetta:
Rockshots Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Asher Media Relations
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Recensione

Allora questo gruppo della RockShot devo dire che l'ho subito addocchiato come una sorta di diamante grezzo in attesa di essere lavorato perchè indubbiamente presenta dei punti di forza da subito identificabili come pure i talloni d'achille del resto, ma personalmente preferisco i "cannoni di vetro" che mettono in gioco anche un minimo del loro spirito e del loro stile rispetto ai maniaci della "zona confort" in cui si è stabilito che suonare come Caio funziona perchè Caio ce l'ha fatta.
I Manam debuttano con "Rebirth of Consciousness", un album Melodic Death pieno di belle idee ma instabile dal punto di vista strutturale che, come dicevo, ha grandi potenzialità ma a volte manca di sintesi, mi spiego; la componente chitarre è molto creativa e ben si addice ad ogni parte dei brani ma dal punto di vista della struttura propria di questi ultimi, presi nella loro interezza praticamente, tendono ad essere dispersivi e l'intensità iniziale un pò cede. Non è oggettivamente facile tenere l'attenzione alta su brani anche di 7 e passa minuti, si percepisce molto spesso l'assenza di quel "killing blow" o comunque di quel gioco di dinamiche tale da non far sembrare il pezzo un taglia e cuci di riff senza senso (fatta eccezione per Supernova), anche se magari non è affatto così. La stesura dei riff è decisamente un punto di forza della band perchè è molto varia ed articolata, ha molte personalità, le canzoni hanno diversi mood e sembrano non soffrire di lack di ispirazione, una tra tutti "Inner Daemon" come pure nella video track "Supernova". Non mancano interessanti soluzioni come in "Sahara" e le sue combo acustico/distorte (che non è che si sentano tutti i giorni) o dei cambi di mood più aggressivi come in "Total War" però quello che secondo me manca è una decisa presenza vocale. A me dispiace lasciare un solo membro col cerino in mano ma secondo me il cantato è spento non in generale ma rispetto al resto, poco interpretato nel pulito ed artificiosamente incazzato, secco, forzato e con troppa prossimità nel growl e non riesce ad essere protagonista rispetto agli strumentali. I recitati inoltre mettono sotto i riflettori una cadenza fortemente nostrana nell'inglese e a mio parere è in parte causa del nostro genetico provincialismo che ci hanno tramandato per generazioni e che se dio vuole stiamo per abbandonare, e forse ragazzi che tendono presumibilmente all'internazionalizzazione come questi contribuiranno a far svanire (ma qui stò facendo il vecchio che auspica).
Nel complesso sono dei ragazzi organizzati e capaci con ampi margini di miglioramento che partono già con un' immagine e concept solidi, una buona skill musicale e una vita intera d'avanti per commettere anche qualche cazzata e porvi rimedio a quanto pare (almeno la chitarrista che mi sembra molto ma molto giovane).

Track by Track
  1. Fallen Leaves S.V.
  2. Supernova 70
  3. Atman Denied 65
  4. Inner Daemon 75
  5. Revelation 70
  6. Total War 70
  7. A Raw Awakening 65
  8. Anam 70
  9. Sahara 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Fleshrequiem pubblicata il 05.12.2018. Articolo letto 1669 volte.

 

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