Mano De Mono «Chameleon Tongue» [2022]
Recensione
Chamilion Tongue dei Mano De Mono è indubbiamente un album diretto e con pochissimi fronzoli. Non so se il deserto di Piscinas in Sardegna, terra natale della band, abbia potuto influire sulle loro sonorità, così come fu per le prime band Stoner con l'area del Palm Desert-CA, ma sembra funzionare! Per i fan delle copertine Stoner-psichedeliche direi che ci siamo e alla grande.
I brani al primo ascolto sono sembrati ben pensati ed efficaci, il songwriting ha delle forti componenti hard rock e reminiscenze acid rock alla Steppenwolf, soprattutto per quel che riguarda le chitarre. Al secondo e terzo ascolto si iniziano a percepire alcune finezze compositive tipiche del genere e non, con delle scelte stilistiche simili agli Spiritual Beggars. La canzone che più mi ha colpito è la n.6 “Ruins”.
L'album di 8 tracce, come è richiesto dal mercato, funziona molto bene su piccole casse, telefoni, cuffie, earbuds e simili, ma meno su auto ben amplificate, impianti ad alta fedeltà o studio monitor.
Il suono più centrato è quello del basso. Grosso, massiccio e che accompagna bene l'ottimo cantato. Anche le figure ritmico-melodiche sono decise, piene di tutto ciò che un ascoltatore di questo genere cerca, che riempiono e sorreggono bene il tutto.
Il timbro vocale è piacevole e a volte ricorda vagamente Chad Gray su "Alcohaulin' Ass" soprattutto sulla traccia n.3 "Lying Bones”.
La pronuncia è convincente, il corpo della voce è pieno eccezion fatta quando il registro si spinge sulle note più alte in vocal fry o nei rapidi passaggi tra i registri M1-M2. La voce è il punto di forza insieme al basso della band.
I riff di chitarra sono convinti, costruiti con efficacia e ben definiti, ma paradossalmente è la cosa che mi ha fatto rimanere poco entusiasta. Sono i suoni scelti che mi arrivano sottili e troppo nel mix. A volte sembrano avere una timbrica "digitale" o forse è frutto di pickup attivi?
Mi aspettavo chitarre giganti e, mi dispiace dirlo, le mie aspettative non sono state soddisfatte, ma questa è ovviamente la mia aspettativa e non per forza quella di tutti. Un ulteriore down tuning potrebbe aiutare o usare qualche fuzz vecchia scuola. Essendo 2 chitarre mi aspettavo anche meno unisoni e più giochi tra i due chitarristi. Sembra sempre solo una chitarra.
Il drumming è schietto e sincero, lavoro portato a casa e anche bene! Anche qui i suoni scelti non sono particolarmente di mio gusto, avrei preferito un suono più Natural e chiuso.
L'album è assolutamente un prodotto interessante che merita di essere sentito. I Mano De Mono uniscono le diverse influenze bene e si uniformano a molte band ora sul mercato emergente.
Track by Track
- Old Tired Tree 65
- Chameleon Tongue 70
- Lying Bones 80
- Strenght Flow 85
- Sons of Barabba 75
- Ruins 85
- Easy to Fall 75
- Space Comanche 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 90
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
77Recensione di Tusk pubblicata il 09.02.2023. Articolo letto 524 volte.
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