Menk' «Menk'» [2023]
Recensione
Partiamo dalla fine: il disco autointitolato del progetto Menk’ è una di quelle release che c’entrano poco o per nulla con ciò che siamo più avvezzi (ed esperti) a recensire in questo disco, ovvero l’ambient. Infatti, qui di metal e di rock non c’è niente, anche se in questo progetto ci sono un membro degli Afterhours e uno del Teatro degli Orrori.
Occorre dunque ascoltare questo disco come se fosse un mood continuo, una colonna sonora, che parte dagli strumenti orientaleggianti di “Vento orientale”, per arrivare a percussioni più dure in “Corpus”, a corde pizzicate in “Fuoco immortale” e all’atmosfera cavernosa di “Onde sonore” e angosciosa. Fin qua tutto bene, dopodiché se devo essere sincero la seconda parte del disco la trovo un po’ meno fruibile, con una “Esplosione luminosa” che trovo non molto comunicativa così come “Sibilli riflessi”. Sono più chiare invece le altre due parti, che consistono in “Sospeso nell’aria”, dall’evidente mood meditativo, e l’eloquente “Abisso”.
Questo è quanto. L’album autointitolato dei Menk’ è un disco da colonna sonora, che chiede la giusta condizione per ascoltarlo, e che a parte un paio di battute a vuoto, fa il suo lavoro abbastanza bene. Per appassionati di musica ambient sperimentale e assolutamente non da consigliare a chi vuole un disco classicamente rock o metal.
Track by Track
- Vento Orientale 70
- Corpus 70
- Fuoco Immortale 70
- Onde sonore 70
- Esplosioni luminose 60
- Sospeso in Aria 70
- Sibilli Riflessi 60
- Abisso 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
68Recensione di Snarl pubblicata il 04.05.2024. Articolo letto 378 volte.
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