Mesarthim «CLG J02182–05102» [2021]
Recensione
Spezzerò anche il cuore di qualcuno, ma io questo nuovo Ep dei Mesarthim lo trovo trascurabile.
Questo duo australiano, infatti, ha suscitato la mia attenzione nei primi due full length con uno stile caratteristico black metal molto arioso e dal feeling cosmico, che doveva molto della sua fortuna all’incrocio tra la tastiera e un muro sonoro black metal smussato che si fondevano bene, ma a seguito di alcune successive releases che ripetevano questa formula in maniera molto meno ispirata, l’interesse per questa band mi scese, compreso l’incomprensibile “Vacuum solution”, che altro non è per me che una forma di EBM. Sarò un sacrilego, ma io la vedo così.
E sinceramente anche se con “CLG…” si torna su lidi con chitarre, screaming e batteria, la situazione non migliora e anzi sembra il frutto di una band che ripete la stessa formula della linea di tastiera ariosa e cosmica con il resto degli strumenti ad accompagnarla in versione black metal e nulla più, e il tutto per un risultato che spesse volte non è neanche tanto black metal, come in “Tidal warping”, che al di là dello screaming non ha praticamente niente di questo genere, o come nel quinto brano, che praticamente è un tema di tastiera portante con gli altri strumenti (giustamente in sottofondo) che fanno da contorno. Potrei anche parlare degli altri brani, di come ogni tanto francamente la tastiera suona cheesy come nel primo brano, o di come il mood a volte sembra solo un abbozzo di un brano dei Nightwish o gruppi sinfonici affini, ma a poco servirebbe: i Mesarthim sembrano una band che s’accontenta di creare qualche bel giro carino di tastiera, ci mettono su un substrato black metal giusto per rendere discograficamente inquadrabile il mercato e boom: release fatta. Poi che il brano suona solo come un tema carino non approfondito poco importa.
Onestamente, non riesco a capire se i Mesarthim compiono l’errore tipo ultimi Graveland di pubblicare troppo di ciò che compongono con conseguenti risultati sempre solo discreti, o se è il caso simile di certe band Post Black Metal, che contaminano così tanto la loro musica che di fatto quella componente black metal rimanente è ormai ridondante e stona; so solo che io non capisco proprio per chi è questo tipo di musica, visto che il black metal che c’è è solo un rivestimento e suona anche abbastanza generico, e se v’interessano le sonorità spaziali, francamente ci sono artisti, gruppi prog rock d’annata e colonne sonore ben più originali e coinvolgenti, nonché molto più lavorate. Scusate i toni schietti e duri, ma a me “CLG J02182–05102” non è piaciuto proprio per niente.
Track by Track
- A Generation of Star Birth Part 1 55
- Infinite density 55
- Tidal warping 50
- Nucleation seed - Intermezzo S.V.
- A manipulation of numbers Part 2 (Vacuum decay) 45
- A generation of star birth pt.2 50
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 45
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
51Recensione di Snarl pubblicata il 27.01.2022. Articolo letto 992 volte.
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