Methodica «Clockworks» [2020]

Methodica «Clockworks» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ozymandias »

 

Recensione Pubblicata il:
22.10.2020

 

Visualizzazioni:
1409

 

Band:
Methodica
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Titolo:
Clockworks

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Massimo Piubelli - vocals
Marco Baschera - keyboards
Marco Ciscato - guitars
Paolo Iemmi - bass
Marco Piccoli - drums

 

Genere:
Progressive Rock / Metal

 

Durata:
1h 5' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
02.10.2020

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
K2 Music Management
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Recensione

Proponendosi come un miscuglio di Dream Theater, Fear Factory, ma anche Rammstein e qualche sporcatura “Djent” sopratutto nelle accordature, con venature quasi Pop molto spiccate, i Methodica riescono a portare avanti il loro sound con alti e bassi in questo nuovo lavoro “Clockworks”; tra i punti positivi da citare sono sicuramente il “vibe” sperimentale del disco, che alterna una voce pulita (purtroppo molto calante in certe parti) a riff Meshugghiani e tappeti di Synth proto-industrialeggianti, dai rimandi a capolavori come “Demanufacture” o il follower “Obsolete” dei sopracitati Fear Factory.
L’atmosfera generale non è per niente male, a dirla tutta molto godibile, tuttavia vi sono molti difetti presenti nel lavoro che non mi sento di non citare in questo frangente: partendo dalla fine, la produzione è molto altalenante, per non dire scarsa, sopratutto a livello vocale, mentre batteria, chitarre e basso hanno davvero un sound decisamente migliorabile; l’effettistica (delay, reverbero etc.) sembra molto abbozzata e poco “professionale”, il che da un tono purtroppo asciutto ad una produzione che necessiterebbe secondo me del classico “wall of sound” di produzioni contemporanee, stile “Alien” dei Northlane.
A livello artistico le canzoni a volte scorrono molto bene e paradossalmente funzionano molto di più quando la tensione si allenta fino a sfociare in “proto ballad”, ma purtroppo il riffing sconclusionato e semi amatoriale a tratti unito ad una poca consapevolezza dei propri mezzi, rendono il disco un tentativo non del tutto riuscito di proporre del Rock/Metal moderno in salsa Djent/Industrial.
Si salvano invece I leads di chitarra, molto interessanti a tratti, che rimandano allo stile di virtuosi come Gianluca Ferro.
Un vero peccato, perché si denota un certo coraggio da parte della band di esplorare lidi sconosciuti ai più, e di amalgamare soluzioni non banali ad un songwriting però che necessita sicuramente di qualche aggiustamento.
Sommando i vettori, questo “Clockworks” rimane comunque un disco dalle buone idee, magari poco sviluppate, che necessiterebbe però di un pesante “ritocco” a livello di produzione e di arrangiamenti.

Track by Track
  1. A Trick 50
  2. When I Fell Out of the Sky 60
  3. The Door to You 70
  4. Shooting Stars 65
  5. A Dystopian Tale 60
  6. 1994 60
  7. Before the Wrath 70
  8. Cold Sun 65
  9. Wreckage 65
  10. Nail in My hand (Redubmix) 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Ozymandias pubblicata il 22.10.2020. Articolo letto 1409 volte.

 

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