Mind Terrorist «Spiritual Revolution» [2020]
Recensione
Discreto e nulla più il quarto album dei Mind Terrorist, originariamente uscito nel 2016 ma ristampato nel 2020, che consiste in 8 brani più intro che passano di poco la mezz’ora, per un groove metal fortemente tendente all’hardcore per la semplicità degli arrangiamenti e dei riffs e l’assenza di molti orpelli stilistici.
“Spiritual Revolution” suona discreto proprio perché è chiaramente il frutto di una band che pur suonando benino, non fa mai nulla per uscire dal seminato rischiando di metterci un po’ di personalità propria, con una opener che ci propone un groove mischiato col melodeath basato più che altro su un riff solo, per un risultato gradevole, ma che non fa gridare al miracolo, e la stessa cosa avviene in brani come “The end of tradition” o “Exposure”. È solo quando c’è più varietà come in “A homage to the tribes” o “Minyma elifthi” che si fa davvero sul serio, con il primo brano caratterizzato da un buon cambio di tempo a metà brano, mentre il secondo di questi utilizza un mood più drammatico e inesorabile, che dona una buona marcia in più all’album.
In altre parole, “Spiritual Revolution” è un disco piacevole, ma che comunque non riscrive la storia del genere. Acquistabile, ma non imprescindibile.
Track by Track
- Extinction - Intro S.V.
- Revolt against the modern world 60
- A homage to the tribes 65
- The end of tradition 60
- Silence the earth 60
- Exposure 55
- Heading for downfall 55
- Still dreaming 60
- Minyma elifthi 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
63Recensione di Snarl pubblicata il 05.03.2021. Articolo letto 905 volte.
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