Mindcrushers «Born In Doom» [2016]

Mindcrushers «Born In Doom» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
10.09.2017

 

Visualizzazioni:
1372

 

Band:
Mindcrushers
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Titolo:
Born In Doom

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Obscure :: Voice, Bass;
- Francesco Brunello :: guitar;
- Diego Bordin :: drums;
- Mauro Ferracin :: guitar;

 

Genere:
Obscure Metal

 

Durata:
46' 58"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Mazzarella Press Office
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Recensione

Esordio dei trevigiani Mincrushers nella scena underground nazionale, band formatasi nel 2010, con questo “Born in Doom”, un energico concentrato di metal oscuro ma robusto e d’effetto se si prendono in esame tutta una serie di elementi a cominciare dalla buona simbiosi ritmica che contraddistingue un brano dall’altro, dai buoni riff di chitarra e dall’immancabile voce mista tra growl e un qualcosa di appena meno brutale ma rauco nella proposta. La band riesce a mettere subito a proprio agio l’ascoltatore per le sue incredibili intuizioni, semplici ma assolutamente apprezzabili nei contenuti; il sound nitido, reso da una discreta produzione, si caratterizza per l’utilizzo di distorti un po’ opachi che abbracciano la scena metal di qualche decennio fa risultando pienamente confacenti con il piano oscuro e diabolico che la band ha singolarmente architettato. Tra i migliori brani da segnalare l’opener “Death is a Straight Procession” un brano dinamico ed oscuro, non troppo cattivo con qualche melodia che ne rende decisamente discreto il contenuto; decisamente dal sapore thrash “Slaves of the White One” la cui intensità non abbandona l’ascoltatore dall’inizio alla fine; molto maideniano appare “Tragedy of Happiness” un heavy metal avvolto comunque nel velo di mistero ed oscurità caratteristico della band; da non sottovalutare musicalmente neanche “Crystal night of Knives” che perde un po’ sulla soluzione cantata, mentre il conclusivo “Dark endless” apre con un doom che ben presto si irrobustisce in favore di un heavy più compatto alternato da momenti particolarmente melodici e lenti. I Mindcrushers, pur non facendoci saltare dalla sedia, vanno assolutamente apprezzati per la buona dose di inventiva e gusto, oltre a come saper rendere oscuro e personale il proprio sound, senza cullarsi su contesti monotoni, ma diversificandosi continuamente tra un brano e l’altro.

Track by Track
  1. Death is a straight procession 75
  2. Slaves of the white one 75
  3. Boredom 70
  4. Tragedy of happiness 70
  5. Ogre 65
  6. Inverted Buddah 70
  7. Crystal night of knives 75
  8. Stone in a glass 70
  9. Rise the fallen 70
  10. Dark endless 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 10.09.2017. Articolo letto 1372 volte.

 

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