Minraud «Vox Populi» [2017]
Recensione
Sinceramente ascoltare un lavoro d’esordio come questo dei milanesi Minraud crea una certa conflittualità nei confronti di coloro che sono generalmente abituati ad ascoltare un certo progressive; la sensazione è quella che la band, al di là della buona proposta strumentale, dà l’impressione di fossilizzarsi forse un po’ troppo sull’ispirazione da dove trae spunto l’intero lavoro ovvero la graphic novel “V Per Vendetta” all’interno della quale appaiono numerosi richiami alla teatralità che va ad alternarsi alla personalità encomiabile di questa giovanissima band. In ogni caso le otto tracce di “Vox Populi” non meritano alcuna critica ma solamente encomi, perlomeno sotto quello che è il modo di suonare e di fare progressive a modo proprio; le ritmiche dei brani risultano essenziali e ricche di variazioni che piacciono soprattutto a chi è abituato alla tecnicità, pur se il livello del lavoro, è, lo ripetiamo, decisamente essenziale. La clean vocale risulta pienamente calata nel ruolo raggiungendo dei livelli decisamente fuori da comune; fondamentale risulta il lavoro del synth nel corso delle melodie che la band genera in maniera fantasiosa e brillante nel corso dell’ascolto delle otto tracce. L’intro di apertura “Anonymous”, anticipa “MsJustice” la cui apertura presenta un’architettura strumentale non troppo elaborata dove il synth si alterna in maniera simbiotica con la chitarra massima appare l’espressività della parte cantata; segue poi “Theorevision” dalla ritmica d’apertura dinamica non poco; il brano assume di seguito un cambio di rotta dando un maggiore impulso ad un contesto melodico dal sapore melodrammatico; “Burning Dolls” rivendica la tradizione degli americani Dream Theater sotto il profilo tecnico compositivo; si prosegue con “Scarlet Sleepy” altro brano tra cantato e synth in pianoforte dal sapore tra oscuro e drammatico, con un clean non così brillante rispetto ai brani precedentemente ascolti; si prosegue con “Carnal Cross”, che questa volta sembra apportare al progressive anche qualcosa di thrash soprattutto nella sua seconda parte; “The Salt Flats” una ballata acustica all’interno della quale la band sembra voler in qualche punto dare di tanto in tanto qualche piccola scossa con ritmiche e melodie più intense per non apparire si troppo in stasi; conclude il platter “Domino Effect”, un brano sin troppo ricco di influenze che spaziano dal progressive al nu metal a contesti di metal moderno e quant’altro. Un disco che dopo ripetuti ascolti si lascia apprezzare sino in fondo al punto da dire che mettersi in gioco qui vale proprio la pena.
Track by Track
- Anonymous S.V.
- MsJustice 75
- Theorevision 75
- Burning Dolls 75
- Scarlet Sleepy 65
- Carnal Cross 75
- The Salt Flats 65
- Domino Effect 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
71Recensione di Wolverine pubblicata il 19.02.2017. Articolo letto 1546 volte.
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