Motus Tenebrae «The Synthetic Bliss» [2010]

Motus Tenebrae «The Synthetic Bliss» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2532

 

Band:
Motus Tenebrae
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Titolo:
The Synthetic Bliss

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Luis McFadden - Vocals and Guitars
Daniel Cyranna - Guitars
Andreas Das Cox - Bass
David Corey - Drums

 

Genere:

 

Durata:
59' 23"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

E ritornano sulle scene i pisani Motus Tenebrae, italiani nonostante i loro nomi in inglese. Ricordo benissimo di aver recensito il loro precedente lavoro “Soul Expression” anni fa, un disco che univa sapientemente gothic, rock e influenze metal e thrash in una maniera eclettica e originale, ma il cui risultato, anche se molto apprezzabile, non era secondo me il top delle loro possibilità a causa di un songwriting un po’ discontinuo in quanto a intensità.
Beh, con un po’ di disappunto devo dire che con questo nuovo “The synthetic bliss” un miglioramento c’è stato, ma fondamentalmente i MT non si sono mossi granché e più o meno stanno ancora agli stessi livelli del disco precedente, sia per quanto riguarda i pregi che i difetti. Parliamoci chiaro: le capacità di saper coniugare diverse influenze rendendo l’album variegato e originale ci stanno tutte, senza contare delle belle canzoni come l’opener “Electric Heaven”, che tra l’altro può essere un ideale singolo e anche un brano adatto per qualche remix, e che fa curiosamente il verso a qualcosa degli ultimi Death SS per certe atmosfere apocalittiche e oscure, passando poi per sfoghi più tipicamente gothic come “Lost in time”, dove ti aspetti un ideale duetto tra Ville Laihiala e Johan Edlund a coronare un gran brano. Colpisce molto bene anche “Saints are coming”, che invece torna su uno stile più cupo e basato sulle chitarre, e l’originale “Inhuman Genesis”, per metà ballad e per metà brano da pogata.
Come l’altra volta, però, ci sono anche brani più opachi e forse perfino scartabili come “Nameless”, il cui ritornello per me non ha assolutamente efficacia, e “Different Land”, che altro non è che una canzone sullo stile dei Type 0 Negative, ma meno incisiva. In generale sembra che i MT se la cavano alla grande quando suonano Gothic, e quando si lasciano andare alle loro ben accette sparate Metal, mentre più impacciati appaiono quando tentano la carta dei riff doom rock che questo disco mostra.
Insomma: promossi anche stavolta perché oggettivamente il disco non è male. Il problema più che altro è che è non molto diverso dal precedente sia per quanto riguarda lo stile, sia perché i Motus Tenebrae non hanno fato né passi avanti né passi indietro significativi. Ciò significa che la band, che ormai sta al terzo album, è una band destinata a rimanere nell’underground. I Motus Tenebrae sono capaci di far produrre emozioni nei loro dischi, e da live possono destabilizzare e appassionare per questo stile definito, ma dai limiti sfumati. Però i margini di potenziamento finora mostrati sono pochi. Questo è un difetto abbastanza grave e per me relega i MT nella fascia dell’underground, dei gruppi belli ma che non hanno rivoluzionato il genere, nonostante la loro musica val bene il prezzo attuale dei cd, e nonostante sia da disco che probabilmente da live sono meritevoli di più di un ascolto.

Track by Track
  1. Intro 60
  2. Electric Heaven 75
  3. Raising the Ashes 75
  4. Nameless 55
  5. Angels on Acid Skies 60
  6. Lost in Time 80
  7. Saints are coming 80
  8. Different Land 55
  9. 2012 60
  10. Synthetic Bliss 65
  11. In yellow waters 70
  12. Inhuman Genesis 75
  13. The new world 70
  14. The new World 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
68

 

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