Necrodeath «Singin' In The Pain» [2022]

Necrodeath «Singin' In The Pain» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Sabba Maledetto »

 

Recensione Pubblicata il:
18.01.2023

 

Visualizzazioni:
898

 

Band:
Necrodeath
[MetalWave] Invia una email a Necrodeath [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Necrodeath [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Necrodeath [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Necrodeath

 

Titolo:
Singin' In The Pain

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Flegias, voce
Pier Gonella, chitarra
GL, basso
Peso, batteria

 

Genere:
Death Metal

 

Durata:
37' 46"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
28.11.2022

 

Etichetta:
Time To Kill Records
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Time To Kill Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Time To Kill Records

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Anubi Press
[MetalWave] Invia una email a Anubi Press [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Anubi Press [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Anubi Press

 

Recensione

Sono tornati! Il leggendario gruppo che ha scritto la storia del metal tricolore attivo dagli anni ’80 è tornato con un nuovo album fresco fresco di studio di registrazione, un concept album che vi manderà su di giri sin dal primo ascolto: i Necrodeath ci presentano per questo 2023 Singin’ In The Pain, disco il cui tema ruota tutto attorno all’iconico film di Stanley Kubrick del 1971 Arancia meccanica, tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess pubblicato nel 1962.
Il disco – come chiunque abbia visto il film lo saprà – racconta le abitudini e le scorrerie della banda criminale di Alex DeLarge (come in Gang Fight e in The Sweet Up And Down) e le sofferenze che patì durante la famigerata “cura Lodovico” (nella canzone pubblicata come singolo Transformer Treatment) sottopostosi lui stesso per uscire anticipatamente dal carcere con la speranza di essere riammesso in quel sistema che lui vessava continuamente e senza pietà (ahimè, come molti sapranno, i suoi miraggi di ricevere perdono dalla società saranno ben presto distrutti quando si troverà egli stesso tribolato da tutti coloro che conobbero le sue prepotenze, che non si faranno alcuno scrupolo pur di prendersi una piccola vendetta contro il giovane).
Avevo già ascoltato e recensito il singolo Transformer Treatment nella primavera del 2022 e ne sono rimasto estasiato; per cui mi aspettavo già ottimi propositi sulla natura dell’album e così è stato: Pier Gonella apre le danze con i suoi riff lerci e malsani tipici del sound dei Necrodeath, senza risparmiarsi di arricchire le tracce con una base di melodie mordaci e penetranti che danno un’identità più tecnica e virtuosa rispetto alle ben più lendinose pietre miliari della band come 100% Hell o Pitch As Black, dotati invece di sonorità più aggressive e taglienti.
Peso tiene il ritmo da dietro le pelli suonando con il suo solito stile oscuro e martellante, seppur decisamente più lento e pacato rispetto alle sue precedenti abitudini; ciò, comunque, non danneggia il sound di casa Necrodeath, anzi, lo rende ancora più apprezzabile, dimostrando che il batterista ha raggiunto una più profonda maturità nell’innovarsi nel suo modo di comporre musica.
Il frontman Flegias si presenta, come c’era d’aspettarselo, in forma smagliante liberando latrati graffianti e demoniaci scatenandosi attraverso un ambiente malato e venefico che i Necrodeath tengono ininterrottamente vivo fin dal loro primo debutto avvenuto con Into The Macabre pubblicato nel 1987.
A distanza di 36 anni dal loro primo esordio nella scena metal, i Necrodeath continuano inesorabilmente a sbalordire il pubblico con nuovi rinnovamenti musicali, senza ovviamente abbandonare il bellicoso marchio di fabbrica che ha reso iconico il nome della band fra le schiere del metal estremo: Singin’ In The Pain è un album violento, sadico, perverso e insalubre, composto da nove canzoni dotate di una tale ferocia da scatenare un terremoto sonoro per ogni singola nota che viene liberata da ciascuno degli strumenti musicali dei componenti del gruppo.
Ve lo dico con una convinzione tale da potermi prendermi il lusso di vendere un carico di eroina in un convento di suore francescane: con Singin’ In The Pain, i Necrodeath hanno superato loro stessi, raggiungendo nuovi traguardi lungo il loro percorso, migliorandosi ed aggiungendo nuovi spunti che arricchiscono la loro musica confermandosi ancora una volta meritevoli di poter permettersi di portare orgogliosamente in alto gli stendardi del metal dello stivale concedendoci di vantarci al cospetto dei metallari sparsi in tutto il mondo quando ci danno l’occasione di fare il loro nome.
Concludo la mia recensione con una dichiarazione fatta da Phil Anselmo nel 2004:
“Necrodeath? Fottuto black metal estremo! Voi italiani dovreste esserne fieri, perché sono uno dei migliori gruppi estremi di sempre!”
E noi lo siamo Phil, lo siamo e continueremo ad esserlo!

Track by Track
  1. Gang Fight 75
  2. Transformer Treatment 90
  3. The Sweet Up And Down 70
  4. Redemperdition 80
  5. Delicious Milk Plus 80
  6. 655321 75
  7. The (In)sane Ultraviolence 70
  8. Oomny-Ones 75
  9. Antihero 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Sabba Maledetto pubblicata il 18.01.2023. Articolo letto 898 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.