Nibiru «Qaal Babalon» [2017]

Nibiru «Qaal Babalon» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
27.10.2017

 

Visualizzazioni:
2539

 

Band:
Nibiru
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Titolo:
Qaal Babalon

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Ardath :: Guitars, Percussions, Vocals;
- Ri :: Bass, Drones and Synthesizers;
- L.C. Chertan :: Drums;

 

Genere:
Ritual Doom Sludge

 

Durata:
57' 42"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
22.09.2017

 

Etichetta:
Argonauta Records
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Distribuzione:
Goodfellas
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Cargo Records
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Bertus
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Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

Definirei questo “Qaal Babalon”, secondo full lenght dei torinesi Nibiru, un vero e proprio cerimoniale dedito al culto della morte e al mondo dell’aldilà, spiazzante proprio per l’incredibile presa che il sound doom, drone, ritual sludge stimola al subconscio di chiunque decida di ascoltarne i contenuti. I quattro brani realizzati e che nell’insieme sviluppano quasi l’ora di ascolto, si propagano come un vero e proprio vortice in grado si assorbire a sé qualunque cosa soprattutto per la decadenza e l’oscurità del sound; l’andatura doom trascina un po’ tutto senza mai arrestarsi, mentre l’intensità dello sludge avvolge nelle sue perverse maglie l’incredibile propagarsi dei suoni all’interno dei quali lo splendido e straziante growl pare sempre più soffocarsi all’interno dei predetto vortice. Quattro brani particolarmente lunghi che fungono in sostanza da pilastro a questo incredibile macigno pronto a scaraventarsi al suolo da un momento all’altro all’interno del quale ribollono imperterriti gli echi delle anime che paiono imprigionate nella falda in attesa di scaraventarsi quanto prima su incolpevoli vittime che per caso si trovano a passargli vicino, questo è un po’ il senso che mostra la stupenda artcover del disco. Musicalmente i Nibiru si sono incredibilmente evoluti tra un lavoro e l’altro ma indubbiamente i contenuti racchiusi in questo “Qaal Babilon” paiono decisamente al di sopra delle aspettative pur ricollocandosi un po’ sia ai contesti più eccentrici e sperimentali di “Caosgon” fino oggi a giungere ad una sorta di punto di non ritorno di sonorità ipnotiche e melmose. Se con “Oroch” ci troviamo di fronte al peggior vortice tra doom, sludge, stoner e nella parte conclusiva reflussi di black metal, con la successiva “Faboan” lo straziante growl si trascina tra le falde di un sound misto tra un doom particolarmente ferroso ed uno stoner quasi monoritmico devastante e sofferente; “Bahal Gah” pare orientarsi su sonorità iniziali di matrice più space ambient drone per cedere successivamente il passo ad un nuovo sludge la cui morsa avvolgente non concede alcuna via di fuga; “Oxex” rappresenta una nuova tendenza all’ambient dark drone, lineare, all’interno del quale una sorta di ritmica a tamburo segna la conclusione di quel rituale di morte che lascia il suo indelebile ed indistinguibile segno.

Track by Track
  1. Oroch 80
  2. Faboan 75
  3. Bahal Gah 80
  4. Oxex 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
80

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 27.10.2017. Articolo letto 2539 volte.

 

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