Nightmare (Francia) «The Burden Of God» [2012]
Nightmare (Francia)
Titolo:
The Burden Of God
Nazione:
Francia
Formazione:
Jo Amore - Vocals
Franck Milleliri - Guitars
Matt Asselbergs - Guitars
Yves Campion - Bass
David Amore - Drums
Genere:
Durata:
52' 44"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
La scena metal internazionale è certamente polarizzata: thrash e death in America, power in germania, black su al nord, e altri luoghi classici nella storia dei vari generi. In questo variegato melting pot (spostatosi sempre più verso l'Europa negli anni), pochissima attenzione ha un paese effettivamente non molto noto a livello metallico come la Francia: sfido chiunque a nominare più di cinque gruppi metal francesi senza fare ricerche. Un peccato, perchè si perdono parecchie cose interessanti.
E soprattutto si perdono i Nightmare.
Questi giovincelli sono in giro dal '79 e, nonostante una travagliatissima storia (che include una lunga pausa dall'87 al '99), dimostrano di sapere ancora il fatto loro. Il loro power con approcci death e thrash è parecchio fresco, e sistemato alla perfezione da una produzione eccelsa, con archi, canti arabi, parti narrative, un sax e una delle più belle introduzioni orchestrali che io abbia sentito da un po' di tempo a questa parte. Il disco scorre senza quasi nessun calo nella voglia di ascolto, e parecchi ritornelli incisivi e momenti memorabili condiscono una proposta molto elaborata ed evidentemente frutto di grande esperienza. La voce ad opera di Jo Amore segue la scuola di Dio (Ronnie James), e fa un ottimo lavoro nonostante a mio parere il raddoppiamento onnipresente le faccia perdere molta della sua forte incisività. Le chitarre si dimostrano parecchio abili e versatili sia sul piano della ritmica che degli assoli, mentre la batteria sia macchiata di una eccessiva semplicità (il doppio pedale è usato abbastanza di rado) che però curiosamente salta all'occhio solo ad un ascolto ragionato, permettendomi di dire che abbia quindi trovato perfettamente il suo posto all'interno dell'insieme.
La caratteristica principale dell'album è una decisa tendenza all'impatto live, per quanto con parecchie basi orchestrali. The Dominion Gate è ad esempio uno dei molti brani pensati per far urlare un ritornello alla gente, ritmato e di sicura presa, con però un intermezzo orchestrale a spezzare questa freschezza. Funziona? A mio parere si. E' curioso inoltre il cambio di direzione in "Final Outcome" e "Afterlife", scritte dal produttore sulla scia dell'entusiasmo per l'album, molto buone anche se parecchio diverse rispetto al resto, principalmente per delle strutturazioni molto più melodiche e meno aggressive.
Un magnifico album di un gruppo di lungo corso che non ha ancora il seguito che merita, ma forse è proprio questo che lo rende così ben studiato e ispirato. Non siamo di fronte certamente a qualcosa di rivoluzionario, ma la formula funziona in modo molto efficace e sono pronto a scommettere che trascinerà parecchio.
Consigliatissimo provarlo in concerto.
Track by Track
- Gateways To The Void (Intro) 95
- Sunrise In Hell 85
- The Burden Of God 85
- Crimson Empire 75
- Children Of The Nation 80
- The Preacher 85
- Shattered Hearts 75
- The Doomsday Prediction 75
- The Dominion Gate (Part III) 90
- Final Outcome 70
- Afterlife (Bonus Track) 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 85
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
82Recensione di MrSteve pubblicata il --. Articolo letto 1419 volte.
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