Nova «Il Ritorno» [2014]

Nova «Il Ritorno» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Snarl »

Recensione Pubblicata il:
25.12.2014

Band:
Nova

Titolo:
Il Ritorno

Nazione:
Italia

Formazione:
M :: Unknown
F :: Unknown

Genere:
Folk Metal

Durata:
41' 0"

Formato:
CD

Data di Uscita:
06.10.2014

Etichetta:
ATMF

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Disco di debutto per i Nova, band black metal veneta ma della quale su internet si trovano informazioni solo sull’album e sul fatto che la label (la I, voidhanger) ne tesse le lodi definendoli gli eredi di altri gruppi più noti, per il resto i membri della band si firmano con le iniziali, non ci dicono neanche cosa suonano e neanche da quanto tempo sono attivi.
“Il ritorno”, però, è nulla più che un album appena discreto, che condensa 9 tracce più intermezzo e outro in 41 minuti di musica: semplicemente, è fin troppo ancorato ai luoghi comuni del black metal per quel che riguarda le soluzioni stilistiche, mentre si dimostra grossolano e quasi dozzinale in fase di arrangiamento. Vorrebbe aggredire nell’opener “Sangue di corvo”, ma l’assalto sonoro si mostra titubante e compie l’errore di affidarsi a dei tempi medi facendo perdere al brano molta immediatezza. Vorrebbe essere maestoso in “D’in sulla vetta”, ma i Kampfar, gli Istapp e i Windir hanno sempre fatto un lavoro parecchio migliore, vorrebbe ancora aggredire in “Ave vittoria” e a dir la verità ci riesce, ma senza fare niente di nuovo a quanto già fatto dai primi Besatt in canzoni come “My religion” o nelle tracce autointitolate di gruppi come Kristallnacht o Sturmkaiser.
Insomma: per tutto l’album i Nova ci provano e riprovano, ma o finiscono per fare cose già fatte da qualcun altro e comunque non rivoluzionarie, oppure finiscono per usare soluzioni stilistiche banali, come nell’inizio molto “core” di “Un mondo senza l’uomo”, oppure suonate male, come nello stacco da 2:30 a 2:50 della stessa canzone, oppure terminano la canzone decisamente troppo presto e in maniera brutale. Solo “Rituale dell’orrenda visione” se la cava anche se non esente da qualcuno dei difetti sopra elencati, il resto sinceramente non è affatto qualcosa d’imprescindibile. Non aiuta una qualità sonora che, purtroppo, finge di essere lo fi e old fashioned senza riuscirci e dando solo l’idea di aver settato dei volumi a caso e senza cognizione di causa.
“Il ritorno” dei Nova, quindi, è scialbo. Non è stato facile vedere cosa sa fare la band da sola e senza condizionamenti dopo aver letto che la loro label li ha giudicati i successori di Absentia Lunae e Spite Extreme Wing (ora posso dirlo), ma sinceramente a parte forse le tematiche, c’è poco di loro che mi ha detto qualcosa e ancora meno di personale. Oggettivamente il disco sarebbe anche passabile, ma ci vuole poco a capire che nell’underground, italiano e non, c’è molto ma molto di meglio sia in qualità che in numero di questa band, che ricalca tanti canovacci ma senza riuscire ad eccellere in neanche uno di essi.