OTUS «7.83Hz» [2016]

Otus «7.83hz» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
02.06.2016

 

Visualizzazioni:
3524

 

Band:
OTUS
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Titolo:
7.83Hz

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Andrea Adesso :: Drums, Percussions;
- Brunomaria Cosenza :: Guitar;
- Daniele Antolini :: Bass;
- Fabio Listrani :: Guitar, Vocals;
- Fabrizio Aromolo :: Vocals, Synth, Mantra;

 

Genere:
Sludge / PostMetal / Doom

 

Durata:
1h 9' 57"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Lavoro decisamente particolare questo “7.83 Hz”, album d’esordio dei capitolini Otus, dedito a sonorità che spaziano dal doom metal a sua volta pregno di ambient e post metal sino all’inserimento di contesti sonori medio orientali generati con il suono di alcuni particolari strumenti realizzati addirittura manualmente dalla band e capaci di rilasciare un effetto dai contenuti quasi spirituali ricchi di etnico. La commistione di questi elementi, nel corso dell’ascolto, conducono ad una evoluzione del sound che spazia sia da contesti moderati ad altri più spumeggianti nei contenuti il cui fine è anche diretto al coinvolgimento dell’ascoltatore nell’ambito di quella filosofia orientale che tanto piace a questa band e che grazie a questa particolare musicalità ci sentiamo di condividerne sia i contenuti che la finalità. I brani, come sopra detto, di durata medio lunga, sono indicativamente orientati ad uno stile doom all’interno del quale un growl molto possente viene ad alternarsi di tanto in tanto ad un contesto vocale clean. “Avidya” apre il platter con un intro tipicamente da adunanza tendente alla preghiera medio orientale, all’interno del quale un doom decisamente imponente, un po’ alla Black Sabbath se vogliamo sbilanciarsi, genera con le sue andature alternate contesti moderati ed orientali; nuova apertura generata da una musica medio orientale mista ad un synth si ha per “Last of the Four”, dove un successivo doom, determinato nelle sue andature lente, offre un buon motivo sonoro ulteriormente abbellito dalla splendida interpretazione della parte cantata in growl; è poi la volta di “Echoes and Invocation”, brano strumentale che nella sua proposizione introduttiva suonata con una musica acustica medio orientalizzante pregna di eco, ci ricorda un po’ Eye’s of Wrath dei Testament ma in un contesto decisamente più armonizzante e melodico nei contenuti; l’ascolto prosegue con la successiva “Phurba” dove un grintoso growl apre subito le danze su una base molto lenta e melodica nei contenuti; il brano, nella seconda parte, muta contesto per trasformarsi in un doom metal questi estremizzato e particolare sia nei contenuti che nelle melodie. “Theta Synchrony” brano tra i più lunghi del platter con i suoi undici minuti di esecuzione che spaziano da un acerbo doom aperto con una andatura classica all’interno del quale sin da subito vengono a delinearsi contesti e motivi sonori sia acustici che ambient capaci di generare un conteso sonoro incredibilmente attraente e fantasioso; quanto a “7.83 Hz”, brano che porta il titolo di questo lavoro, si presenta con una ambientazione ambient elettronica quasi soffusa ma allo stesso tempo dai tratti oscuri persistenti per tutta la durata del brano. L’ascolto prosegue con la pacata e acustica “Black Lotus” dove un growl sempre grandioso divelta la moderatezza del sound quasi amabile per la sua dolcezza; il brnao di seguito presenta un sound distorto imponente supportato da motivi musicali acustici e lead solo apprezzabili nei contenuti. Dall’apertura ritmica decisamente dinamica apre “Alpha Phase”, dove quasi un hard rock tende a prendere il posto del doom a cui la band ci aveva abituato nell’ascolto dei precedenti brani; anche in questo caso il brano, successivamente pare più moderato nei contenuti riassumendo le precedenti andature doom fantasiose nei contenuti. Si giunge alla conclusione con “Res Cogitans Res Extensa” aperto da un particolare lavoro strumentale e da un successivo doom melodico nei contenuti che si alterna per l’intero brano a contesti sonori sempre più particolari nei contenuti. Un lavoro eccelso, assolutamente innovativo e fantasioso nei contenuti che merita i dovuti apprezzamenti e riconoscimenti.

Track by Track
  1. Avidya 75
  2. Last of the Four 80
  3. Echoes and Invocation 80
  4. Phurba 85
  5. Theta Synchrony 75
  6. 7.83 Hz 75
  7. Black Lotus 80
  8. Alpha Phase 80
  9. Res Cogitans Res Extensa 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 02.06.2016. Articolo letto 3524 volte.

 

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