Okular «Probiotic» [2011]
Okular
Titolo:
Probiotic
Nazione:
Norvegia
Formazione:
Andreas Albert :: Composition, Lyrics, Back Vocals
Marius S. Pedersen :: Guitars, Vocals
Kai Asvik :: Bass
Bjorn Tore Erlandsen :: Drums
Yngve Bolt Christiansen :: Session Vocals
Manoon Ploypradab :: Session Guitar On Track 4, 8
Genere:
Durata:
46' 22"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Sarà che sono un amante delle tonalità verdi scure e nere, saranno un sacco di altre cose ma “Probiotic” mi ha conquistato già da prima che lo inserissi nel lettore cd dello stereo; erano presenti un insieme di elementi nell’artwork e nella costruzione del prodotto in generale che mi hanno affascinato poi…l’ho ascoltato e lì hanno preso piede tutte le conferme che attendevo.
Il quartetto norvegese degli Okular appare quasi completamente sconosciuto in Italia eppure, all’interno della proposta musicale della band, coesistono dei musicisti ottimi dalle idee che spaventano e forti di aver composto, per quanto mi riguarda, uno degli album progressive death metal dell’anno tanto suona praticamente perfetto “Probiotic”.
Dalla produzione (ottima) del platter, all’artwork in grado di suscitare più di una sinestesia e dalla furia e cieca violenza che genera ogni brano del disco, potrete senz’altro trovare ciò che cercate in un gruppo di metal estremo che sa miscelare sapientemente stili diversi infondendogli carattere personalissimo e forti dosi di originalità.
Ci sono dissonanze inquietanti che si reggono su impianti ritmici da capogiro. Certo, i pattern, gira gira, son sempre quelli eppure Bjorn Tore Erlandsen è dotato di intuizioni veramente singolari, oltre che di una ammirevole tecnica; concentrandoci invece sugli altri musicisti posso affermare una cosa ed una soltanto: hanno saputo conservare le visioni musicali del progressive e del death metal andando a sperimentare sempre più, laddove diviene coraggiosa e ardua l’impresa. Molti ci hanno provato ma “nessuno è tornato vivo”, nessuno tranne gli “Okular”.
Sotto i riflettori si trovano le furiose “Probiotic (For Life)” e “Fuck Your Dignity!” (quest’ultima spettina i capelli), “The Most Violent Thing” (il cui titolo è tutto un programma), la sensazionale traccia di chiusura con tracce di melodia “Creativity Or Fear” e uno dei capolavori del death metal contemporaneo, “State of Immediacy”.
Disco ormai fisso nello stereo dell’auto e credo che per un bel po’ ci rimarrà!
“Io direi di andare a sentire subito un altro brano di questo capolavorooooo!!” [cit.]
Track by Track
- Connected In Betrayal 85
- Probiotic (For Life) 85
- Fuck Your Dignity! 85
- Tranquillity Of The Night 80
- State of Immediacy 95
- Choose To Be Free 80
- Flowers Uncared For 75
- Celebration 85
- The Most Violent Thing 85
- Creativity Or Fear 90
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 95
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 85
- Tecnica: 95
Giudizio Finale
86Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 1640 volte.
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