Onioroshi «Shrine» [2025]
Recensione
Ricco, sperimentale e ipnotico è il nuovo disco degli Onioroshi, intitolato “Shrine”, frutto del nuovo lavoro della band proveniente da Cervia che, a distanza di sei anni dal debutto, torna con una nuova prova che va ad arricchire la propria discografia. La band questa volta si cimenta nella realizzazione di tre tracce la cui durata si avvicina all’ora di ascolto dando impulso attraverso l’heavy psych prog ad una valida iniziativa pregna di qualità e di coinvolgimenti. Il lavoro è sostanzialmente un insieme di tecnicismo realizzato in modalità live studio album data la durata delle tracce, e rappresenta un viaggio che affronta i labirinti della coscienza umana in rapporto che la quotidianità vissuta ogni singolo giorno; a cominciare dal “Pyramid” si comprendono gli effetti e la qualità del lavoro tenuto conto del crescendo a poco a poco della laboriosità e della complessità ritmica che viene a crearsi; segue poi “Laborintus” un brano che riesce ad un certo punto a far smarrire l’ascoltatore all’interno delle proprie fasi sinergiche ed ipnotiche frutto anche del sound della chitarra oscuro e dai tratti sporchi e vissuti; chiude “Egg” che si evidenzia per i repentini cambi ritmici fino a sfociare in un qualcosa di atmosferico. Un disco che, seppur ricco di iniziative e di influenze, riesce a soddisfare la propria platea soprattutto per quel distinto tocco sperimentale reso con i giusti parametri e le corrette attenzioni.
Track by Track
- Pyramid 75
- Laborintus 70
- Egg 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
72Recensione di Wolverine pubblicata il 22.02.2025. Articolo letto 151 volte.
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