OsseltioN «Digital / Primordial» [2016]
Recensione
Il progetto degli Osseltion prende corpo nel 2006 ma di fatto solamente nel 2008 inizia effettivamente a mettersi al lavoro tra cambi di line up e composizioni di brani. Ciò viene oltretutto dimostrato dall’uscita di un solo precedente lavoro, ben elogiato dalla critica, che anticipa questo “Digital Primordial”, un concentrato di death metal pressato su otto tracce e definito dalla stessa band come “extreme deformed metal”, nel cui interno vengono miscelate una serie di componenti appartenenti al thrash, death, techno death ed elettronica. Azzardando confronti ed escludendo le parti elettroniche, il lavoro è orientabile su band quali primissimi Broken Hope, Immolation e Suffocation con un risultato che tende sostanzialmente a rilasciare un effetto complessivamente soddisfacente tenendo conto delle ritmiche e delle andature varie nella forma e nella proposizione; Il growl si rileva decisamente all’altezza della situazione per la sua cavernosità mentre decisamente apprezzabile è il lavoro della chitarra che, tra un brano e l’altro, si rileva ritmicamente ben collaudata con un effetto un po’ old school soprattutto nell’esecuzione dei lead solo; sulla proposta ritmica invece in alcuni brani si ha un po’ l’impressione di un sound più grezzo e meno curato; non è difficile assistere nel corso dell’ascolto anche a contesti melodici tra synth e chitarra con un effetto decisamente interesante nella proposta che fa ben variare il contenuto dei brani. Quanto alla posizione della ritmica di batteria appare abbastanza uniforme nella proposta del tutto scevra di tecnicismi. Gli otto brani di lunghezza medio lunga, prendono avvio con “Digital Silent” dove un oscuro e tenebroso intro fa da apertura alla ritmica subito pronta a spaccare ogni ostacolo pur mantenendosi in alcuni passaggi decisamente sobria; il suono, di primo impatto però, non appare particolarmente brillante e nitido, segue “MetalMorphosis” un brano orientato in apertura sull’elettronica e sull’uso del synth pronto comunque a dar spazio a dare spazio ad una ritmica compatta e uniforme ma dal sound un po’ ovattato nella proposta; il successivo “Useless Reseted”, di proposta completamente diversa per l’incredibile prepotenza ritmica offerta, si dimostra questa volta con un suono di chitarra più grezzo e spigoloso che complessivamente si stabilizza rilasciando un piacevole risultato. L’ascolto prosegue con i successivi “Humanity 2.0” e “Fragments of time”, dove nel primo, al di là della buona e successiva ritmica, in partenza si ha un’eccessiva prevalenza di elettronica, mentre nel secondo brano l’apertura è affidata ad un mid tempo in death metal non troppo complesso nell’esecuzione ma dinamico nei successivi passaggi; si prosegue con “Stell Carnage”, dall’andatura mista tra thrash e death e con un risultato apprezzabile anche per la buona proposta del gutturale growl; “un’oscura a apertura in arpeggio con sottofondo synth segna l’inizio di “Machine Heart” altra buona proposta per questa band visti anche l’inserimento di particolari effetti di synth, quasi corali che fanno una particolare differenza; si passa poi al conclusivo “Primordial” esasperato non poco nella proposta con una ritmica di batteria che però appare sin troppo prevalente rispetto agli altri strumenti. Il lavoro risulta complessivamente ricco di idee anche sviluppate con una certa abilità ma personalmente curerei maggiormente il sound che in alcuni casi appare non troppo bilanciato rischiando di compromettere l’intero lavoro.
Track by Track
- Digital Silence 65
- MetalMorphosis 70
- Useless Reseted 75
- Humanity 2.0 65
- Fragments of time 70
- Stell Carnage 75
- Machine Heart 75
- Primordial 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
67Recensione di Wolverine pubblicata il 07.12.2016. Articolo letto 1893 volte.
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