Phenium «No More Humanity» [2014]

Phenium «No More Humanity» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
26.10.2014

 

Visualizzazioni:
2070

 

Band:
Phenium
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Titolo:
No More Humanity

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Arianna Bonaridi :: Vocals
Michele Finelli :: Vocals
Pierluigi Fiore :: Guitar
Gabriele Panella :: Guitar
Luca Marini :: Bass
Matteo Fraccarolo :: Drums

 

Genere:
Modern Thrash Metal

 

Durata:
24' 0"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
17.03.2014

 

Etichetta:
Revalve Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Conosco bene I Romani Phenium, band che dopo un demo interessante ha finito nel 2009 per buttarsi in un EP metalcore troppo “manistream wannabe” che deluse parecchio le mie aspettative, e il cui album del 2011 non mi stupì granché, anzi. Bene: nel 2014 la band capitanata da Pierluigi Fiore ritorna con una formazione completamente nuova, una voce femminile e una maschile urlata, e un nuovo EP, chiamato “No more humanity” a cui ho deciso di dare una chance.
Ne è valsa la pena? In poche parole, più o meno. Sono soddisfatto di come i Phenium si siano ricordati che sono una band death/thrash tipicamente svedese e moderno e non “core”, e di come quindi l’album suona più metal, però questo nuovo debutto va affinato per bene in quanto a influenze e stile compositivo, perché parliamoci chiaro: escluso l’intro, nelle prime due canzoni i Phenium non mi dicono niente, con “tears and scars” troppo poco originale e con una “Painless” discreta ma con una voce femminile non irresistibile e ancora che non si sa se vuole essere core o thrash/death. Bisogna aspettare “All lies shall fall” per trovare un miglior amalgama delle influenze, e in effetti qui l’alchimia musicale funziona meglio grazie a un brano semplicemente meglio calibrato, anche se langue ancora in quanto a originalità dei riffs e in quanto a velocità. “Rabid dogs” va bene anche, ma qui avviene il contrario: la canzone è abbastanza veloce, ma i riffs troppo sui bassi e la ricaduta in tempi medi rende il brano ancora a tiro ma non originale, e soprattutto poco agile a livello ritmico, mentre “Throne of chaos” è la fusione di questi due brani, e per questo è globalmente quello meglio riuscito, che fa guardare al futuro dei Phenium con un certo ottimismo.
Insomma: ancora da sgrezzare, ma questi Phenium sembrano avere maggior potenziale della precedente formazione; restano tuttavia dei limiti compositivi da sgrezzare bene, come una certa velocità che sia stabile e duratura nella canzone, l’agilità della sezione ritmica che non si impantani su tempi medi che da solo non possono reggere un album, e magari se possibile togliere anche quello sgradevole odoraccio di ultimi Lacuna Coil nelle chitarre e nella voce che personalmente odio. Se i precedenti lavori mi avevano lasciato deluso, questo lavoro è da sviluppare, ma mi fa riguadagnare fiducia verso la band capitolina. In ripresa.

Track by Track
  1. 2013 d.C. (Intro) S.V.
  2. Tears and scars 60
  3. Painless 60
  4. All lies shall fall 65
  5. Rabid Dogs 65
  6. Throne of chaos 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl pubblicata il 26.10.2014. Articolo letto 2070 volte.

 

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