Psychotomy «Aphotik» [2018]
Recensione
A distanza di quasi tre anni dall’uscita del debut album “Antimonia”, tornano sulla scena underground nostrana i death metallers Psychotomy con il loro nuovo disco “Aphotik” capace di offrire, sin dalle prime battute, un ascolto più maturo e tecnico rispetto al precedente vagliato sempre da chi scrive. La band è nel decorso triennio cresciuta quasi da sorprendere nel corso dell’ascolto di queste nove tracce ricche di non pochi melodici e passaggi tecnici abbastanza appetibili; il punto forza indubbiamente è rappresentato dal buon lavoro della batteria, schietto, pronto, dinamico, ma anche dalle chitarre capaci di offrire un discreto apporto galvanizzato da un growl cattivo e parimenti appagante. Quanto alla resa, il sound non appare eccessivamente compatto ed in qualche brano dà l’impressione di essere un po’ ovattato ma comunque sia rimane pur sempre gradevole. L’impulso alla mattanza prende piede con “Intro –Kenosis” le cui ispirazioni portano alla mente Morbid Angel, Deicide e Immolation con un risultato in parte personalizzato per l’utilizzo di numerosi melodici, moderati, quasi trascinati ma efficaci; “Evidence Of Tyranny”, è invece un molto moderato e lascia intendere che la band non ha solamente voglia di sparare generiche ritmiche spaccaossa ma anche di concentrarsi su qualcosa di un po’ più appetibile ed orecchiabile sempre all’interno di un contesto lugubre ed oscuro. Le successive “Withness Of Void” e “Blasphemous Inception” denotano quanto si diceva più sopra sul fatto che questa band ha migliorato la propria vena compositiva pur se la produzione del disco non è indubbiamente delle migliori; difficilmente si ha la sensazione di riascoltare un brano simile all’altro e “Blood Red Kvlt” ne è un esempio come anche la successiva, quasi ipnotica, “Ascent Through Malevolence” incentrata su un refrain quasi perpetuo ma pacato e dannatamente oscuro; “Conjuring The Abyss” torna nuovamente sulle furiose ritmiche già apprese in apertura differenziate da qualche momento melodico mentre “Beyond The Eternal Omega”, rende un’atmosfera oscura e tetra per l’arpeggio in apertura dove un’andatura inizialmente moderata scatena una successiva alternanza tra melodie sfuriate e quant’altro; anche la conclusiva “Lethe” sembra quasi andare contro tendenza se si considera il nuovo scenario prospettato dall’intro, quasi funereo ma pur sempre ricco di travolgente creatività. Un lavoro che denota una più che evidente crescita artistica rispetto al pregresso lavoro ma ancora con qualcosa da migliorare e rivedere a cominciare da una diversa produzione che renda maggiormente imponente l’uscita e la schiettezza dei brani.
Track by Track
- Intro –Kenosis 65
- Evidence Of Tyranny 65
- Withness Of Void 70
- Blasphemous Inception 70
- Blood Red Kvlt 65
- Ascent Through Malevolence 65
- Conjuring The Abyss 65
- Beyond The Eternal Omega 70
- Lethe 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
67Recensione di Wolverine pubblicata il 15.09.2018. Articolo letto 1646 volte.
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