Pulvis et Umbra «Atmosfear» [2017]

Pulvis Et Umbra «Atmosfear» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
14.07.2017

 

Visualizzazioni:
2202

 

Band:
Pulvis et Umbra
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Titolo:
Atmosfear

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Damy :: vocals, guitar;
- Mirko :: guitars (live session);
- Riccardo :: drums (live session);

 

Genere:
Death / Thrash Metal

 

Durata:
34' 49"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2017

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Con una artcover che in parte potrebbe ricondurre alla mente Nothing dei Meshuggah, il progetto dei Cremonesi Pulvis et Umbra propone il terzo full lenght intitolato “Atmosfear” composto da dieci brani che si racchiudono in una mezz’ora d’ascolto. Il death thrash suonato ed oramai più che collaudato di questa band indubbiamente lascia il segno considerando anche i numerosi richiami melodici ed acustici che vanno a caratterizzare buona parte dei brani tra andature tirate e scream vocale che pare adattarsi al meglio anche ad un contesto black metal. I brani scorrono in maniera decisamente veloce considerando anche la buona fantasia della band nel realizzare gli stessi, assenti praticamente di farraginose e inutili ripetizioni ma innovativi tra andature moderate, melodie e passaggi più irruenti. Indubbiamente la band nel corso dei suoi precedenti lavori si è sempre più migliorata sino a giungere ad un buon livello come questo pressato in Atmosfear che lascia un qualcosa di diverso e più maturo sotto il profilo compositivo. Quanto alla consueta disamina dei brani, dopo una discreta prova dell’opener affidata a “The Sound Collectress” si passa alla più tirata “Atmosfear” all’interno del quale assistiamo agli immancabili cambi di andature che paiono ancor più evidenziati probabilmente nel successivo “Crows Below to Her” dove ipnotici arpeggi si alternano a contesi irruenti sempre alternati tra growl e scream; si prosegue poi con “Virus” e “Darkest Sorrow” due esempi diversi ma pur sempre ricchi di riff e ritmiche diversificate sempre con la caratteristica tecnica dell’inaspettato; indubbiamente il secondo brano risulta più aspro nei contenuti ma complessivamente piacevole all’ascolto; non male neanche il successivo “Divinity or Icon” dall’apertura decisamente oscura e misteriosa pronta a dare spazio ad un’andatura molto hard rock e meno thrash death; “The Price of Trust” si rivela come uno dei brani più belli del lavoro proprio per l’intuizione ritmica che lo contraddistingue particolarmente legata al groove; “Can’t Handle” e “Blinded the Thoughts” il primo un thrash irruento ma alternato con le caratteristiche andature più tendenti al moderato, il secondo, più incentrato su un nuovo thrash di matrice più oscura che ci conduce al conclusivo “Predominio Tecnologico” una specie di outro conclusivo realizzato tra rumori elettronici, arpeggi e ritmiche sporadiche di batteria. Come detto il disco è si rileva ben fatto dandoci una discreta prova di maturazione compositiva di questa band proiettata particolarmente su contesti ritmici diversificati.

Track by Track
  1. The Sound Collectress 70
  2. Atmosfear 75
  3. Crows Below to Her 75
  4. Virus 70
  5. Darkest Sorrow 70
  6. Divinity or Icon 80
  7. The Price of Trust 70
  8. Can’t Handle 70
  9. Blinded the Thoughts 70
  10. Predominio Tecnologico S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
72

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 14.07.2017. Articolo letto 2202 volte.

 

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