Rancho Bizzarro «s/t» [2017]

Rancho Bizzarro «S/t» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Snarl »

Recensione Pubblicata il:
14.03.2018

Band:
Rancho Bizzarro

Titolo:
s/t

Nazione:
Italia

Formazione:
Matteo Micheli :: Guitars
Marco Gambicorti :: Guitars
Izio Orsini :: bass
Federico Melosi :: drums

Genere:
Hard / Psych / Stoner Rock

Durata:
38' 35"

Formato:
CD

Data di Uscita:
06.10.2017

Etichetta:
Argonauta Records

Distribuzione:
---

Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency

Recensione

Disco di debutto per i Rancho Bizzarro, nuova band chiaramente Stoner Rock di alcuni ragazzi Livornesi precedentemente attivi con un altro nome, e che condensa 7 tracce in 38 minuti e mezzo di Stoner Rock desertico, gradevole e strumentale.
E va detto che il compito compositivo di questi ragazzi esce abbastanza bene in quest’album, per via di una pura e semplice voglia di fare rock senza troppo nascondersi nelle basse frequenze, ch si fa notare in una opener come “Five hermanos”, diretta e semplice, o in una rockeggiante e davvero coinvolgente “Mood brant”, o ancora nello stacco tribale di “Incredible bongo”, che nella seconda parte riesce a trasformare un brano altrimenti sinceramente un po’ incolore nella prima parte. Tuttavia, più o meno le idee veramente vincenti per i RB finiscono più o meno qui, purtroppo. Qua e là c’è ancora qualche sprazzo come in “Garage”, ma le idee vanno un po’ a finire e ci troviamo ad esempio con una “Yo man” che di fatto riparte esattamente dove “Mood brant” era finita senza troppo aggiungere di proprio. Ma personalmente il vero problema è che questi brani a mio avviso spaccavano il doppio se li si arrangiava per cantarci su. È un feeling che ho avuto per tutta la durata dell’album sinceramente, con canzoni che per qualche bel riff avrebbero saputo senz’altro dire la propria se accoppiate ad una buona linea vocale, ma invece non è così, e tutto il lavoro è lasciato alle chitarre, le quali (come accennato prima) non portano abbastanza idee nell’album, e arrivano alla fine di questo un po’ col fiatone.
Certo, non si tratta di un disastro ovviamente: l’album è comunque gradevole e riesce a regalarci un po’ di rock genuino, ma alcune magagne, luoghi comuni e la scelta di suonare strumentali quando la band non mi sembra tanto convinta di questo affibbiano all’album un certo retrogusto sgradevole di non molto speciale e in definitiva un po’ fine a sé stesso. Se siete fans di musica stoner rock strumentale questo disco potrebbe appassionarvi, in caso contrario passate pure oltre.