Raving Season «Amnio» [2013]
Recensione
Ottimo debutto di lunga durata (oltre un'ora di musica), dopo un ep alcuni anni fa, per gli italiani Raving Season, e nonostante la base di partenza sia evidentemente un death doom tipicamente anni 90 (non citerò i soliti nomi). C'è un bell'amalgama tra sonorità massicce e esageratamente brutali, coadiuvate anche da suoni registrati in maniera sopraffina, e parti languide ed eteree, che dovrebbero creare la parte sognante e melodica di questo album. La cosa più stupefacente dell'intero lavoro è la compattezza di brani anche piuttosto lunghi e articolati; questa caratteristica ci concede il beneficio di ovviare a tutte quelle pecche tipiche del genere, in primis il tedio che può scaturire da pattern musicali ripetitivi e dilatati. Merito di arrangiamenti stratificati, intelligentemente dosati tra una sezione ritmica che predilige il “riempimento” ai classici vuoti lunghissimi, senza per questo perdere un'oncia della classica sensazione oscura del doom; e giri di tastiere e chitarra che si uniscono con stile, creando un flusso ondeggiante, coinvolgente e ricercato (talvolta sostenuto da un basso più melodico e meno d'accompagnamento). L'uso della doppia voce anche in questo caso non è certamente una novità, ma il growl profondo e ruvido (interpretato da una donna per chi fosse interessato a queste frivolezze...) merita davvero un plauso per la sua espressività ed energia, mentre la voce pulita si interseca bene con le melodie; può annoiare nelle parti più tecnicamente operistiche, ma questa mi sembra più che altro una questione personale, senza contare che non sono poi così invadenti. Per cercare di dare maggiore carattere alle tracce qui è li si trovano delle aperture verso altri generi, brevi fraseggi death, progressive, che s'incastrano tutto sommato senza fatica, pur rimanendo riconoscibili: un dettaglio in più di un album creato in maniera maniacale, parrebbe, ma decisamente scorrevole e di pregio per tutti gli amanti di questo tipo di sonorità oscure. Certo non mancano piccole ingenuità, ma ci sono ancora ampi margini di miglioramento.
Track by Track
- Turandot 75
- Dusk Dance 80
- My Last Murderer 70
- Silent Lake 70
- Restless Rain (Il Rumore Della Pioggia) 75
- My Darkest Season (Pt. 2) 75
- Testament 70
- Suspanded In A Spiral 70
- Amnio 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
71Recensione di June pubblicata il 22.08.2013. Articolo letto 1664 volte.
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