Red Morris «Lady Rose» [2015]
Recensione
Primo lavoro interamente strumentale per il chitarrista bresciano Maurizio Parisi, Red Morris, che ci presenta questo full lenght ad otto tracce intitolato “Lady Rose” dove lo stesso autore appone la sua esperienza musicale traendo ispirazione da band piuttosto datate reinterpretandone con un proprio personale stile l’hard rock misto al prog dell’epoca. I brani si susseguono l’uno con l’altro in maniera abbastanza scorrevole e non è difficile da ciascun brano captare quell’emozione che lo stesso chitarrista vuole far ripercorrere all’ascoltatore; la musicalità è semplice, non ci sono virtuosismi ma solo un simpatico ed emozionante rock strumentale da ascoltare in poco più di mezz’ora. Il punto forte delle songs è indubbiamente quell’atmosfera che viene a crearsi nel corso dell’ascolto e che tende a far assimilare all’ascoltatore la purezza del sound. “Golden Angel” apre il platter con un brano che prende forma a poco a poco rimanendo sempre ben saldo alla propria genesi musicale di orecchiabile importazione anni ’70 tra chitarra e synth che entrambi, nel complesso, risultano ben coordinati sia musicalmente che nel sound; il successivo “Lady Rose” appare dai tratti quasi più malinconici rispetto al primo in considerazione del motivo realizzato con la chitarra distorta che appare più moderato; segue “Mystery” brano dai riflessi quasi drammatici che riporta a contesti musicali passati ma ben orientati su un’architettura strumentale moderna. L’ascolto prosegue con il successivo “Indipendence”, un brano questo dove l’artista con l’arpeggio acustico e il pronto accompagnamento coadiuvato anche da una discreta ritmica impone la sua vena di matrice rock progressive; interessante l’assolo di chitarra dai tratti espressivi e coinvolgenti; “Black’s Eyes” apre sempre con un certo dinamismo sempre di matrice rock successivamente ingigantito da un buon riff da cui successivamente vengono a diramarsi i fari refrain di chitarra e l’immancabile lead solo. “Celtica” offre un momento di riflessione con un arpeggio cullato su un motivo in organo che appare quasi malinconico; successivamente si assiste ad una presa di coscienza che risveglia l’apparente condizione si tristezza trasformando il tutto in un compiacente risultato con elementi e atmosfere folk; “My Life’s Blues (Go Go)” sembra ricondurci quasi un po’ alle atmosfere dei Doors con un risultato blues dai tratti quasi irresistibili per l’ottimo lavoro degli strumentisti; “My Sea’s Echoes” le onde del mare introducono ad un’atmosfera musicalmente dai tratti forse più romantici che lasciano assaporare sino in fondo l’armonia che l’artista è riuscito a materializzare. Il disco offre una ricca carrellata di armonie rock prog interessanti che dimostrano l’indiscussa bravura di questo chitarrista capace di emozionare che gli animi un po’ più restii.
Track by Track
- Golden Angel 70
- Lady Rose 75
- Mystery 75
- Indipendence 70
- Black's Eyes 70
- Celtica 75
- My Life Blues (Go Go) 80
- My Sea's Echoes 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
73Recensione di Wolverine pubblicata il 12.12.2015. Articolo letto 1257 volte.
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