Redwest «Crimson Renegade» [2016]
Recensione
Per descrivere la musica dei Milanesi Redwest basta leggere l’autodefinizione messa sulla loro pagina facebook: Spaghetti Western Metal, ovvero un metal/rock influenzato dalla musica dei film western by Morricone. Nonostante una copertina grafica troppo rossa e anche un po’ anonima, e senza contare l’epic fail della foto d’immagine della band con un membro che indossa una maschera antigas (che c’entra col western?), ero ansioso di sentire questo “Crimson Renegade”, perché questo stile musicale può essere fatto bene. E il risultato è: “così così”. È un po’ lo stesso discorso per la grafica: belle idee, ma la realizzazione a volte un po’ goffa rende quest’album a volte piacevole, altre volte pacchiano e altre volte ancora bello ma che più che altro sembrano covers di robe western con una chitarra elettrica che accompagna e poco più.
Partiamo dai lati positivi: le belle canzoni ci sono, e sono date da momenti più orientati vero il rock/metal come i primi due brani, fino a momenti in cui la parte western si fonde alla perfezione con il lato più metal come “The ballad of Eddie W”, un brano forse scolastico, ma formalmente ineccepibile e comunque divertente e coinvolgente. Ci sono episodi riusciti come “Fire” e “Bullet Rain” che mostrano il lato più easy listening nella prima canzone, e quello più festaiolo, quasi ska, della seconda canzone. A tutto questo si deve aggiungere un ottimo lavoro fatto dalle chitarre soliste e un cantante bravo a fare il proprio lavoro, specialmente quando va su delle suggestive tonalità basse. Tutto questo rende i Redwest una band con potenziale, tecnicamente preparata, con entusiasmo e con il pregio di fare bei brani sfruttando diversi stili compositivi, evitando che i brani siano troppo la stessa cosa (fattore che avrebbe ucciso l’album).
Tuttavia, ci sono anche dei lati negativi che confinano l’album al rango di “bello ma di nicchia”. Anzitutto, l’equilibrio tra parti rock/metal e quelle western va e viene, con parti come la già citata “Ballad...” dove l’equilibrio è buono, ma altrove si smarrisce, come nelle ultime tre canzoni dove la band sembra scordarsi di metterci qualcosa di rock e sembra più che altro una cover band di brani western, con la nona traccia che è un tributo a Morricone troppo autoindulgente e del quale non se ne sente il bisogno, e due brani finali del tutto folk dove la chitarra più che altro accompagna e poco più, rendendo questi brani dei semplici divertimenti della band e poco altro. Altrove invece, come in “C.F.H.” i brani sono fin troppo rock/metal e suonano più come quel metal da sigla di cartone animato. Infine, a costo di sembrare antipatico, ho qualche perplessità sull’audience a cui quest’album è riferito: quanto è grande l’audience di chi ama la musica western ma anche quella metal così tanto da voler sentire questi generi fusi insieme? Secondo me, poco. Ed è per questo che “Crimson Renegade” tutto sommato è un album bello ma di nicchia, è un esperimento musicale gradevole e tutto sommato riuscito, ma indirizzato a un’audience che se anche esiste non è certo numerosa.
Il voto finale giudica l’album in sé e per sé, ovvero è un “buono” che premia gli indubbi lati positivi della band e la capacità dei Redwest a fare belle canzoni, ma se non v’interessa il connubio tra western e metal, togliete 10 punti al voto finale e passate oltre.
Track by Track
- Crimson Renegade 70
- C.F.H. 70
- The ballad of Eddie W. 75
- Morning Ghost - Intermezzo S.V.
- Fire 70
- Bullet Rain 70
- Eternity 80
- The dreamcatcher 65
- A fistful of dollars 60
- Golden sands 60
- Poker 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Snarl pubblicata il 02.06.2016. Articolo letto 1584 volte.
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