Rise of Tyrants «Trauma» [2014]
Recensione
Il debutto discografico assoluto dei Bergamaschi Rise of Tyrants consiste in 9 tracce di un death/groove metal per la lunghezza di 38 minuti e mezzo, uscito per la Buil2Kill, buona label, ma che qui per me subisce una battuta d’arresto.
Sì perché “Trauma” sarà anche stato perfettamente registrato dal bravo Alex Azzali, godrà anche di un buon vestito, ma sotto questo vestito per me c’è poco di interessante. Il difetto di quest’album è endemico e sparso su un po’ tutto l’album, e si chiama “feeling di già sentito”, cioè nella fattispecie totale mancanza di originalità, riffs molto generici e scontati, e mancanza di cose che aggiungono valore, tipo degli assoli decenti. Basta sentire “Never relent”, l’opener, per capire a che livello stiamo: il brano non è malaccio, non è brutto, ma è oltremodo scontato, sa di già sentito in altri quattromila concerti e in definitiva annoia. Per la verità l’encefalogramma di “Trauma” non è poi così piatto: “Master of Illusion” e “Bloodlust” provano a risollevare le sorti dell’album e ci riescono, con dei brani un po’ nella media, ma sufficientemente freschi e convincenti per risultare gradevoli, anche se la migliore è “Sowers of chaos”, più brutale. Per il resto, la band è anonima, e a volte va bene nelle parti lente ma non in quelle valoci (“Painted Misery”), mentre altre volte avviene il contrario, come in “To desecrate”, dove la band mena nelle parti veloci, ma indugia e tentenna troppo in quelle lente. E per finire, altrove la band sembra proprio non avere molta stoffa, come certi riffs puramente puerili, tipo l’inizio della già nominata “Death factory”.
Insomma: la band manca totalmente di personalità. Non è che ci rifacciamo a un gruppo in particolare, è che qua proprio siamo un po’ agli stereotipi del gruppo qualsiasi death/groove, senza assoli particolari, con metriche poco incisive, con poca variazione, con poca furia musicale e poca dimestichezza a cambiare velocità nelle canzoni. Il disco di per sé non sarebbe da bocciare, perché l’ascolto non è deficitario, ma lo diventa se paragoniamo questo cd alla media nazionale di prodotti discografici death e groove, per non parlare dell’estero. Rapportato a quei prodotti, mi spiace dirlo, ma i Rise of Tyrants scompaiono e “Trauma” si rivela per quello che è: un album fatto troppo in fretta, con la band a mio avviso che ancora non ha la sufficiente dose di personalità e di capacità musicali per scrivere un intero full length. Nulla di personale.
Track by Track
- Never relent 55
- Master of illusion 60
- To desecrate 55
- Death factory 50
- Painted misery 45
- Sowers of chaos 65
- Instinct 55
- Bloodlust 60
- Five seconds 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 45
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
55Recensione di Snarl pubblicata il 14.08.2014. Articolo letto 2485 volte.
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