Ruxt «Hell's Gate» [2022]

Ruxt «Hell's Gate» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
12.10.2023

 

Visualizzazioni:
691

 

Band:
Ruxt
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Titolo:
Hell's Gate

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Stefano Galleano :: Guitars
Steve Vawamas :: Bass
Maurizio De Palo :: Drums
Davide Dell'Orto :: Vocals

 

Genere:
Hard ’N’ Heavy

 

Durata:
1h 10' 42"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
30.05.2022

 

Etichetta:
Diamonds Prod
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il quinto album dei Ruxt, “Hell’s gate”, è un disco con influenze più heavy metal dei dischi precedenti, che non sfociano mai in un full metal attack, ma che per tutti i voluminosi quasi 71 minuti dell’album si incorporano bene con il substrato rock tipico dei dischi precedenti, per una evoluzione musicale riuscita, dovuta a una capacità tecnica dei Ruxt notevole, dove sono l’intonazione vocale e la chitarra solista a dare la marcia in più ai brani e a marchiarli a fuoco per tutto questo “Hell’s gate”.
A controbilanciare infatti di una sezione ritmica che predilige per la maggior parte dell’album un andamento piuttosto lento e sicuro, ci pensano infatti la voce e la chitarra solista ad aumentare il tiro dell’album, e questo lo si sente sin dalla title track d’apertura, un brano compatto e fatto da gente chiaramente con esperienza, dove l’efficacia dei riffs si sente specialmente nella conclusione finale, o anche in “The musk I live in”, dove è la voce a fare da forza trainante del brano, e il disco è sempre più o meno così. Perlopiù lento, ma non moscio o narcolettico, dove i brani non si trascinano, ma invece incuriosiscono proprio per la potenza delle composizioni, tanto che non ci si accorge della durata consistente, così come i quasi 12 minuti della conclusiva “Viking” scorrono via che è un piacere, certo c’è un po’ di omogeneità di fondo, ma possiamo trascurare questo aspetto e goderci l’album che per questo motivo va preso come un blocco unico nonostante le rade ma presenti divagazioni, come l’inaspettato assolo blues non distorto in “Free”, anche se gli episodi migliori per me consistono nella bella “Heartless” a causa di una prestazione vocale mirabolante, e in “Little girl”, un brano molto in stile Bon Jovi, nonché quello più vagamente lineare.
In conclusione, “Hell’s gate” è senz’altro l’album più metal dei rockers Ruxt, e per quanto si può chiedere un po’ più varietà in futuro, il risultato è comunque più che buono. Consigliato per gli amanti del rock e metal classici e accoppiati, tanto più se con piccole (piccole, beninteso) venature prog.

Track by Track
  1. Hell's gate 75
  2. The musk I live in 75
  3. Do you like what you see 75
  4. I've been losing you 75
  5. Free 75
  6. Boys don't cry 75
  7. Heartless 80
  8. Pegasus 75
  9. Little girl 80
  10. What will it be 75
  11. Viking 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
77

 

Recensione di Snarl pubblicata il 12.10.2023. Articolo letto 691 volte.

 

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