Saille «Irreversible Decay» [2011]
Saille
Titolo:
Irreversible Decay
Nazione:
Belgio
Formazione:
Dries Gaerdelen - keys & vocals
Jonathan Vanderwal - screams & guitars
Gert Monden - drums
Reinier Schenk - bass & guitar
Genere:
Durata:
1h 15' 58"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Lasciate che vi narri brevemente parte dell'iter che seguo per le recensioni. Anzitutto ascolto il lavoro in maniera superficiale, lo lascio scorrere, per capire se c'è da subito qualche peculiarità che va notata o se per caso, addirittura la musica è così avvincente che non posso fare a meno di seguirla. Poi lo ascolto di nuovo, anche saltando tra le tracce, scrivendo alcune impressioni e alcune frasi che scivolano, libere, dalla mia mente. Naturalmente spulcio i siti e vedo il materiale stampa che viene allegato, nonché la grafica dell'artwork. Ascoltando i brani sul pc ho subito una visuale della durata dei brani e del disco nella sua interezza; quando ho schiacciato “play”, ho rapidamente notato che la prima traccia è un intro di oltre tre minuti. Con questo presupposto e la seconda traccia della durata di circa tredici minuti (il lavoro in totale è di ben 75 minuti!) ho immaginato immediatamente che sarebbe stato un ascolto impegnativo e speravo che le composizioni fossero avvincenti, per non dovermi tediare. Fortuna vuole che questo sia un album davvero superlativo; black metal melodico sostenuto da tastiere e ricco di intermezzi atmosferici ed acustici, che non si dimentica di essere soprattutto metal e che alle chitarre affida molto del mood cinereo che pervade il disco.
Per fare qualche nome che dia una direzione a chi ascolta, posso citare i primi Keep Of Kalessin nell'uso delle chitarre e qualcosa dei primi Cradle Of Filth per l'uso del piano e di certi momenti lugubri, ma senza alcun ammiccamento o ruffianeria. I brani sono tutti molto sentiti e ogni strumento fa la sua ottima apparizione in un mix di eccellente potenza; ottimi gli stacchi di basso, così com'è interessante notare i differenti suoni della tastiera, utilizzati in base alle sensazioni che vuole richiamare: talvolta più maestosa ed orchestrale, altre volte, più cupa ed intimista, emula un tetro organo. Infine, essenziale, evocativa e variegata la prova vocale.
L'intero album è pervaso da sensazioni maligne che portano alla mente episodi di primordiale black metal scandinavo (forse più svedese, per via della velocità d'esecuzione...); anche nella traccia più breve ed accattivante, “Revelations” dopo un attacco sinfonico si sprofonda in parossistiche melodie nere dal sapore rituale. Davvero convincente per forza emotiva il brano “Tephra”, di oltre undici minuti di durata, che tanto ricorda i mai dimenticati Dissection e riserva la chiusura ad un mirabile assolo di violino, malinconico ed appassionato. Altri episodi sopra le righe: “Plaigh Allais” con un intermezzo acustico ammaliante e “Tremedous”, raggelante traccia conclusiva.
Il Punto di forza dell'intero disco è la facilità con cui si riesce ad addentrarsi nell'ascolto; infatti, nonostante le composizioni siano tutt'altro che basilari, viste anche la lunga durata dei singoli episodi, i brani hanno una forza dirompente e un equilibrio particolare che riesce ad alternare momenti più devastanti a stacchi strumentali (talvolta si servono di solisti classici per violino, violoncello, ecc...) senza mai annoiare.
Questo è un debutto davvero esaltante per tutti coloro che sentono la mancanza di quelle band sopra citate, che per un motivo o per un altro hanno abbandonato i loro suoni più ispirati in favore di aperture commerciali e che ormai mostrano la corda.
Track by Track
- Nomen 70
- Passages Of The Nemesis 70
- Overdose Of Gray 75
- Plaigh Allais 85
- The Orion Prophecy 80
- Revelations 70
- Maere 75
- Tephra 85
- Tremendous 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
76Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1619 volte.
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