Satori Junk «The Golden Dwarf» [2018]

Satori Junk «The Golden Dwarf» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Fleshrequiem »

 

Recensione Pubblicata il:
08.10.2018

 

Visualizzazioni:
1675

 

Band:
Satori Junk
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Titolo:
The Golden Dwarf

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Luke – Voice, Synthesizer, Theremin
Chris – Guitar
Lorenzo – Bass
Max – Drums

 

Genere:
Acid Horror Doom

 

Durata:
1h 0' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
10.05.2018

 

Etichetta:
Endless Winter
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Against PR
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Recensione

"Gli Electric Wizard hanno fatto il disco nuovo e nessuno mi ha detto niente?" Quando si ascoltano i Satori Junk l'impressione è più o meno quella; parliamo di un gruppo doom milanese al suo secondo lavoro, "The Golden Dwarf", che presenta per la gran parte sonorità con tratti tipicamente Wizardiani e anche un pò Sabbathiani con un minimo comune denominatore tra i brani ovvero il connotato stoner. L'originalità e la produzione (con estrema probabilità volutamente di bassa qualità della serie "si stava meglio quando si stava peggio") non sono sicuramente i punti di forza di quest'album a mio avviso (la produzione forse "ni" considerando gli standard e l'ascoltatore medio di questi generi). Ascoltandolo pare quasi un live registrato, le alte sono acidissime in particolar modo sulle chitarre e sui piatti che sembra trapanino i timpani, però si definiscono in effetti "acid horror doom" quindi esperimento riuscito.
Interessante l'impronta psichedelico/spaziale, sicuramente retrò ma tutto sommato piacevole in particolar modo se siete affezionati a theremin e hammond organ effetto liquido che sono intelligentemente distribuiti come pure gradevole è la voce tutt'altro che in prossimità e ma anche qui, sembrano i Doors versione zombie nello spazio, infatti alla fine del disco c'è la cover di "Light My Fire"
L'ambientazione creata è molto droga, fumi dell'alcol e schiuma in bocca ma non sò se è la musicalità in se ad evocarla oppure il fatto che quest'ultima rievochi un determinato contesto storico in cui solitamente questi sound accompagnavano questi stili di vita.
"Blood Red Shrine" è probabilmente quella in cui si riassume maggiormente un sound "Satori Junk" ma non stiamo parlando di un marchio genuino, consolidato e immediatamente riconoscibile cosa che porta la band nel "calderone dei figli-dei figli-dei padri" con al top i gruppi storici e alla base i cuccioli sempre pronti a succhiare la tetta.
Date un ascolto se vi piace il doom ma lasciate perdere se non ci andate matti.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. All Gods Die 65
  3. Cosmic Prison 65
  4. Blood Red Shrine 70
  5. Death Dog 65
  6. The Golden Dwarf 65
  7. Light My Fire (Doors'Cover) S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
64

 

Recensione di Fleshrequiem pubblicata il 08.10.2018. Articolo letto 1675 volte.

 

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