Scala Mercalli «New Rebirth» [2015]

Scala Mercalli «New Rebirth» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
19.03.2016

 

Visualizzazioni:
2950

 

Band:
Scala Mercalli
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Titolo:
New Rebirth

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Christian Bartolacci :: Vox
Luca Vignoni :: Lead Guitar
Clemente Cattalani :: Rhythm Guitar
Giusy Bettei :: Bass
Sergio Ciccoli :: Drums

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
55' 32"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
10.09.2015

 

Etichetta:
Art Gates Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Dai e dai, negli ultimi anni si sente parlare degli Scala Mercalli sempre di più. Sarà per una cospicua quantità di attività live, sarà per una attitudine a metà tra il metal classico e il power e uno stile abbastanza personale che destano curiosità. Ora ritornano con questo loro terzo full length che sfiora l’ora di musica, chiamato “New Rebirth”, un evidente concept sulla storia d’Italia.
E non c’è che dire: l’album scorre liscio, camminando per tutto il tempo tra l’heavy metal e il power, per uno stile musicale che più volte mi ha ricordato i Sinergy, sia nella ispirata e solenne opener che in altre canzoni come “The Undead”, più classica e tenebrosa, mentre se da una parte appare qualcosa di teutonico nella quarta canzone (piccola nota: si dice “Have disappeared”), dall’altra è lo spirito dei Maiden di metà carriera a farsi notare, con brani che declamano l’amore per questa band come “Spit on my face” e la stessa quarta canzone, anche se la band dà il meglio di sé quando i chitarristi vengono lasciati liberi di sbizzarrirsi coi riff, come nelle più veloci “Eternity” e “Face the enemy”, poiché è qui che la band appare più completa di songwriting e con quel cambio di marcia in più che non ci dispiace mai. Ciò che ne risulta, come detto, è un album che scorre liscio e senza intoppi, molto ben pensato e congegnato, lontano dall’heavy metal più nostalgico e ottantiano, ma comunque godibile e che appartiene alla classe elegante e colta di questo genere. L’unico appunto mi sentirei di farlo alla prova vocale: non che Christian canti male, tutt’altro, ma a parte una pronuncia in inglese un po’ imbarazzante come nella settima canzone, insiste per tutto il tempo su sonorità alte e squillanti, che non sono male e anzi come linee vocali vanno benissimo, soltanto io avrei apprezzato anche qualcosa su sonorità più basse, giusto per differenziare il tutto. Non è comunque questo un difetto: se ne sente la mancanza, ma le canzoni funzionano anche così alla grande.
In conclusione: cari defenders e amanti del metal classico: se per voi lo stile colto dei Maiden è quello che preferite, magari insieme a qualcosa di power, non cercate oltre: questo è l’acquisto che vi consiglio.

Track by Track
  1. The Long March - Intro S.V.
  2. September-18-1860 80
  3. Nightmare Falls 70
  4. All The Children Are Disappared 70
  5. Time For Revolution 70
  6. Eternity 80
  7. Heroes of Two World 75
  8. Face My Enemy 80
  9. The Undead 80
  10. Spit on my face 80
  11. Last Leaf 80
  12. Still United 75
  13. The Flag - Outro S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
77

 

Recensione di Snarl pubblicata il 19.03.2016. Articolo letto 2950 volte.

 

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