Sedna «Sedna» [2014]

Sedna «Sedna» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Possenreisser »

 

Recensione Pubblicata il:
27.09.2014

 

Visualizzazioni:
2751

 

Band:
Sedna
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Titolo:
Sedna

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Elyza - Bass/Voice
Taio - Drums
Nil - Guitar/voice

 

Genere:
Experimental Black Metal

 

Durata:
53' 30"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2014

 

Etichetta:
Drown Within Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
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Recensione

Immaginatevi di svegliarvi in un futuro ipotetico in cui ci sia un unico ed interminabile autunno, senza schiarite possibili, in cui l’unico cambiamento potrebbe essere verso un inverno ancora più scuro e freddo.
Se la vostra fantasia non riesce a supportare questo sforzo immaginativo dovrete aspettate ottobre per acquistare il prodotto che ci apprestiamo a recensire. Dopo l’acquisto portatevelo a casa, chiudete porte e finestre sigillandole con nastro isolante, inserite il cd nell’apposito apparecchio, alzate il volume in modo da non riuscire a sentire nemmeno i vostri pensieri, indossate un pullover pesante e spingete “play”.
Ecco quello che vi aspetta: quasi un’ora di musica in quattro tracce; sludge che vira verso il doom che attraversa lande black veleggiando verso lidi drone mutandosi in sperimentalismo ai confini con la noise che non disdegna momenti melodici e atmosferici per poi ricadere in paesaggi dai contorni funeral doom. Vorrei poter vedere le vostre facce!
Adesso, va da se che per fare una recensione track-by-track di pezzi che durano in media 15’ minuti, sarebbe necessario scrivere un intero libello magari illustrato, ma voglio comunque cercare di rendere il più possibile giustizia a questo gioiello, cercando, per quanto possibile in parole, di descrivervi una traccia. “Sons of Isolation” dura 12’ e 58’’ (è la più corta dopo “Life_Ritual” che rappresenta una sorta di intermezzo della durata di 5’ e 28’’); in apertura il pezzo suona come un brano degli Earth: lento, ripetitivo, cadenzato e tormentante, verso il minuto e mezzo inizia un crescendo che però resta, più o meno, sulle stesse tonalità, aumentando solo la dose di malinconia delle linee melodiche finché, al minuto 2’ e 40’’, c’è un altro cambio, la chitarra mantiene il tono che aveva prima e la velocità non aumenta ma la batteria si fa marcatamente più pesante ed entra uno screaming lacerante che vira in direzione atmospheric black/ black che ricorda band come Fall of Efrafa e Wodensthrone. Al minuto 4’ e 20’’ il ritmo cala improvvisamente e diventa un funeral doom per qualche secondo onde poi affrontare un’altra cavalcata black dall’eco burzumiana che poi assume un touch più moderno che riporta alla mente dei riff dei Liturgy…insomma una cosa inenarrabile e siamo solo a metà del pezzo...e qui mi fermo.
Segnalo nella traccia numero 3 "Life_Ritual", il featuring di Stefania Pedretti (se non la conoscete andate su Youtube e cercate “Signorina ?Alos” per avere un’idea). Il brano è il più sperimentale dell’intero album, ha un’anima onirica che si mischia con la noise e l’ambient e rispecchia in pieno il superbo percorso di ricerca solista dell’artista di Ravenna.
In conclusione: ho la sensazione di aver detto tanto senza riuscire a spiegare niente di quello che troverete in quest’album… d'altronde chi cerca di descrivere l'indescrivibile, come ebbe a dire una volta Gandhi, " non avrà un mezzo migliore del proprio idioma inarticolato."

Track by Track
  1. Sons of the Ocean 85
  2. Sons of Isolation 90
  3. Life _ Ritual 90
  4. Sons of the Ancients 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
87

 

Recensione di Possenreisser pubblicata il 27.09.2014. Articolo letto 2751 volte.

 

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