Sense of Creation «Forsaken Era» [2020]
Recensione
I Sense of Creation si formano a Londra nel 2009 grazie a Lukasz Lowkis ed Elisa Tomaselli.
La loro musica viene considerata vicino al Symphonic Rock/Metal, o per lo meno è il genere che più si adatta.
Il concept di “Forsaken Era” è un’idea che Elisa aveva in mente da tempo: un viaggio attraverso la sua vita per dare ispirazione e tutti coloro che hanno vissuto esperienze simili alle sue.
Alla fine del 2018, la cantante torna in Italia e decide, dopo una lunga pausa e con l’aiuto di Stefano Capista, di ricreare la band.
Grazie anche al supporto di Paolo Vallerga, Elisa riesce a dare un nuovo look all’immagine del progetto e a gennaio 2020 tutto sembra pronto per ripartire col botto.
Purtroppo quello che è accaduto nel mondo ha bloccato e posticipato tutto, ma i ragazzi non si sono arresi e, lavorando-mixando a distanza, il disco vede la luce con orgoglio.
Proprio questa surreale esperienza, permette che l’opera si sviluppi e completi con alcune differenze e riflessioni più intense espresse attraverso le sue undici canzoni.
Iniziamo con Memoriae, un’intro ricca di atmosfera che mi catapultata al gothic di venti anni fa; a seguire Misery, traccia che mi fa continuare questo viaggio a ritroso nel tempo, peccato solo che le chitarre non siano abbastanza incisive.
Attraverso le note di Open up your mind e Fear ho ricordato i Within Temptation dei primi tempi con un cantato assai delicato e una melodia parzialmente dark e comunque ritmata.
Sorrow è molto dolce, potremmo quasi definirla una ballad; Doesn’t matter è la song, fino ad ora, con il più alto potenziale grazie a una bella dinamica e (finalmente) a una presenza metal più accentuata, ad esempio nel riff verso la fine.
Hidden by the light è una traccia carina, ma le manca un pò di mordente per renderla veramente incisiva; paradossalmente Voci, praticamente quasi tutta cantata in italiano, rappresenta un bel esempio di gothic fatto con stile e tecnica niente male.
A seguire Alethea, un pezzo etereo e piacevole, al di là di certi inutili bisbigli che si ripresentano un pò per tutto il disco.
Iustitia è singolare e intrigante anche grazie a un tocco di suoni elettrici e al testo in latino, peccato non comprenderne alcune parti a causa di un cantato che a volte viene insistentemente spinto a note alte.
A chiudere il tutto, Deliverance, una semplice outro che ci delizia con il pianoforte e un ritmo epico della batteria in secondo piano.
Forsaken Era è un disco particolare, sicuramente molto profondo e introspettivo.
Si è parlato molto di metal sinfonico sebbene, a mio avviso, abbia più punti in comune con il gothic di quindici anni fa o più.
Ammirevole la passione e la voglia che trasmette la band attraverso la sua musica, forse anche memori dell’esperienza, ancora tangibile di inizio 2020.
Ci sono aspetti che rendono il tutto ancora un pò “raw”: Elisa canta bene, ma potrebbe spingere la sua voce anche ad un altro livello che non sia solo legato a note alte; le chitarre devono per forza diventare più incisive perché si sente una buona tecnica di fondo; la batteria deve necessariamente picchiare di più, essere un pò "cattiva", insomma.
Il tutto è un pò troppo etereo, per quanto fatto bene e orecchiabile. Personalmente, ci metterei più grinta ed energia in questo progetto perché le carte in regola ci sono tutte e di idee interessanti pure. Forza, dunque!
Track by Track
- Memoriae S.V.
- Misery 65
- Open up your mind 65
- Sorrow 65
- Doesn't matter 70
- Fear 65
- Hidden by the light 65
- Voci 70
- Alethea 65
- Iustitia 70
- Deliverance S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di reira pubblicata il 18.10.2020. Articolo letto 1580 volte.
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