Six-Point Lead «Light Lies» [2012]
Recensione
Ritornano gli italiani Six-Point Lead, band metalcore della quale fa parte il Benny Bianco Chinto, singer dei torinesi Disarmonia Mundi, noti ormai da tempo. Avevamo dato un ascolto al primo assaggio della loro discografia nel 2011 con l’EP “General Anæsthesia”, disco che il collega reputò molto valido e consigliò vivamente di seguire l’operato della band.
Il debut su lunghe distanze invece l’ha ascoltato più volte il sottoscritto che, purtroppo, non è della stessa opinione espressa in passato da chi ha recensito l’EP prima di me. Ciò che ritengo opportuno non è tanto consigliare di non segnarsi il nome dei Six-Point Lead, piuttosto di guardar bene alle personali priorità di gusti musicali. Mi spiego: ormai il Metalcore, il Death Melodico e il cosiddetto “Modern Metal” sono anni che è divenuto inflazionato e rappresenta ahimè un foglio fotocopiato troppe volte che ha perso la propria brillantezza iniziale. Apparentemente sembra di ascoltare infinte volte lo stesso gruppo, con sempre i medesimi pattern, riff, tipologie di concepimento di un brano e atmosfere.
Ormai quella doppia cassa groovy con annessi riff di chitarre ribassate e basso è diventato un elemento basilare nella costruzione di brani di “Modern Metal” e, oltre alle harsh vocals si preferisce inserire delle clean vocals in ritornelli o bridge per conferire maggiore risalto alle linee melodiche, spesso con risultati disastrosi per chi non è capace a suonare e con risultati banali e prevedibili per coloro che tentano ancora quella strada.
Personalmente ho fatto una fatica immane ad ascoltare un colosso di 13 tracce (troppe) per quasi un’ora di durata per qualcosa della quale, a mio avviso, si salva ben poco quanto a idee interessanti o quantomeno coinvolgenti.
I Six-Point Lead sanno suonare egregiamente e non è possibile sindacare su questo lato della loro proposta musicale, ciò che invece dico io riguarda proprio la sfera della composizione dei brani che ritengo inadeguata per un quintetto in grado di poter fare molto di più e l’esperienza sullo strumento è dalla loro.
Mi sono annoiato molto e ho trovato ben poco per poter scrivere positivamente in quanto di originalità non se ne vede traccia, di elementi ridondanti e pescati a piene mani da band scandinave ben più note ho trovato anche troppo.
C’è da dire che la qualità sonora con cui il tutto è stato presentato è davvero buona e perlomeno dimostra un lavoro dietro al quale c’è stata molta competenza ergo posso consigliare “Light Lies” ai soli fan del genere senza eccezionali pretese.
Impossibile bocciarli per la bravura generale ma non fanno davvero per me.
Track by Track
- Dog Of War 60
- Red 70
- Altar Boy 65
- Pitch Black 60
- Dissolve Me 60
- So Slow 60
- Respect 50
- Divine 55
- Together We'll Rot 70
- Slowmotion 55
- The Road Not Taken 60
- Wrong 50
- Light Lies 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 50
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
60Recensione di Carnival Creation pubblicata il 01.02.2013. Articolo letto 1934 volte.
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