Spite Extreme Wing «Vltra» [2008]
Spite Extreme Wing
Titolo:
Vltra
Nazione:
Italia
Formazione:
Argento - voce e chitarra
Azoth - basso e tastiere
F. La Rosa - batteria
Genere:
Durata:
54' 42"
Formato:
2008
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Ci sono dischi che, volenti o nolenti sono rimasti storici. O che comunque hanno avuto un loro peso per un determinato motivo. Andando a pescare qualche nome fra i generi che più ascolto, mi vegono in mente ad esempio “Kill’em All” dei Metallica, “Seven Churches” dei Possessed o il “De Mysteriis Dom Sathanas” dei Mayhem. Ed in un certo qual modo, magari con dovute proporzioni, “Vltra”, degli Spite Extreme Wing, potrebbe rientrare in questa categoria di cd. Il perché è presto detto.
“Vltra” è il canto del cigno di una delle bands più influenti e chiacchierate della scena Black Metal italiana. Con quest’opus, Argento e soci salutano i loro fan. Molto si è detto su SEW in questi anni (di bene o di male): ma resta il fatto che un gruppo che è riuscito a tirar fuori album come “Magnificat”, lo splendido “Non Dvcor, Dvco” e “Kosmokrator” non può non essere considerata come la maggior esponente della scena Black italica.
Passando ad “Vltra”, la prima differenza rispetto i predecessori è stato l’affidarsi a degli studi di registrazione: ricorderete certamente che “Non Dvcor, Dvco” fu registrato in uan ex base militare, mentre “Kosmokrator” in una chiesa del XII secolo. Ciò che non è cambiata è la voglia di sperimentazione propria della creatura di Argento. E, se possibile, “Vltra” segna il passo più sperimentale nella carriera della band genovese.
Un sound più distaccato dal Black freddo e ferale a cui siamo stati abituati nel passato, passaggi più diluiti, funerei, che fanno il paio con pezzi dal sapore Thrash/Punk (chiaro esempio è la misfitsiana “IV”, con Il Colonello dei Frangar alla voce). Non mancano tocchi folleggianti (l’esperienza di Argento in Ianva ha lasciato comunque il suo segno), come non manca l’immarcescibile verve in fase di scrittura dei pezzi di Argento, con testi intrisi di significato, poetici e trasognanti.
Ed ovviamente non manca l’andare sempre controcorrente, a partire dalla copertina: in un genere dove la fanno da padrone copertine plumbee, dal sapore sempre nordico, Argento ci piazza un ritratto futurista, carico di colori. Da denotare, poi, l’uso di strumenti vintage: space-echo reverb e, niente meno, mellotron su tutti. Il risultato è un disco che scende ancora più nei meandri dell’Avanguardia, rimanendo però ben ancorato sia al passato della band, che a quello della musica in generale, con una strizzata d’occhio al Prog Rock ed al Punk degli anni ’70.
Oltre la già citata “IV”, degne di menzione sono la “I”, introdotta dal coro sardo dei Tenores di Norax, la “VII”, singolo scelto dalla band (di cui è possibile vedere il bellissimo videoclip sul sito ufficiale), un pezzo a metà fra l’Avantgarde ed il Funeral Doom (l’inizio mi ha ricordato i da me tanto amati Worship), ed infine la “X”, che altro non è che una cover dei Beatles, del pezzo “Helter Skelter”. Vero che questa canzone è stata usata ed abusata in ambito Metal, ma la versione di SEW è senz’altro da ascoltare: forse la miglior cover Metal sinora per questo leggendario pezzo degli Scarafaggi di Liverpool.
Va da dire, però, che in alcuni punti la ripetitività dei riff ed il suono della batteria (il buon F. La Rosa è un ottimo batterista, ma sembra stranamente contenersi in questo cd) possono risultare stancanti con l’andare del tempo.
C’è chi non vede affatto di buon’occhio gli Spite Extreme Wing: chi tacciandoli come ‘poser’, che il loro modo di fare è solo pubblicità; chi per partito preso e basta; chi perché ascoltare SEW per molti metallini d’ultimo momento fa fico. C’è chi invece se ne fotte ed adora ogni uscita di questa band. Personalmente, io sono fra questi. Sono dispiaciuto che “Vltra” sia l’ultima uscita degli Spite Extreme Wing. Mi mancherà e non poco questa band che è sempre rimasta fuori dagli schemi, e che fortunatamente ha, sempre a Genova, un degno successore. Se ne vanno con un disco che sulle prima sarà difficile da digerire, ma che vi lascerà, alla fine, decisamente soddisfatti. E loro l’hanno sempre fatto.
Track by Track
- I 74
- II 70
- III 70
- IV 76
- V 70
- VI 74
- VII 80
- VIII 72
- IX 70
- X (Helter Skelter, cover dei Beatles) 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 85
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
75Recensione di Lord Lucyfer pubblicata il --. Articolo letto 2200 volte.
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