Stramonia «Stramonia» [2011]

Stramonia «Stramonia» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Susie Ramone »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
2440

 

Band:
Stramonia
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Titolo:
Stramonia

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Federico Arata - Vocals; Roberto Arata - Guitars; Fabio Di Capita - Drums; Daniele Schenone - Keyboards

 

Genere:

 

Durata:
50' 94"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli inserti di tastiere sui riff di chitarra sobri e potenti, la linea vocale quasi sempre in pulito, i frequenti (ed eloquenti) cambi di batteria. Un'atmosfera decisamente goth-melodica quella creata dagli Stramonia, band della scena underground metal ligure, che ha pubblicato nel 2011 l'omonimo cd d'esordio. Il gruppo dei fratelli Arata: Federico alla voce e Roberto alla chitarra, trovano la line-up definitiva e l'alchimia ideale con il batterista Fabio Di Capita e Daniele Schenone alle tastiere. I cori e le tastiere goth rispecchiano dunque l'essenza degli Stramonia, che mutuano il nome dallo stramonio (datura stramonium), la pianta allucinogena, narcotica e altamente velenosa - detta anche erba del diavolo o erba delle streghe - adoperata dagli sciamani nei rituali magici.
Ad aprire l'album dei musicisti genovesi, rigorosamente autoprodotto, il brano "Just to have you", che parte da un potente stacco di batteria rendendo infine un sound malinconico ma nello stesso tempo potente, stile goth metal alla Sentenced. La linea vocale rimane in pulito e si alterna a svariati growl nel secondo brano "El Chupacabras", caratterizzato da una struttura alternative metal alla RATM, che potrebbe meglio essere armonizzata con la parte vocale. Bello e struggente l'assolo melodico che si dispiega nella terza traccia "To belong the darkness", e suggestive sono, come in tutto il disco, le parti di tastiera. Le eloquenti parti di batteria così come la linea vocale in pulito, l'essenzialità dei riff di chitarra e le parti vocali in pulito caratterizzano altresì il brano "All Saints", che termina con cori e assoli di chitarra ma anche "Human wreck" con cui si chiude il disco. Particolarità di quest'ultimo brano è il rumore delle onde che muta in riff di chitarra.
Insomma vi sono indubbiamente i prodromi per costruire e sperimentare un sound ancora più convincente e omogeneo.

Track by Track
  1. Just to Have You 65
  2. El Chupacabras 50
  3. To Belong the Darkness 70
  4. All Saints 65
  5. Human Wreck 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
67

 

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