Sushi Rain «Cocktail» [2015]
Sushi Rain
Titolo:
Cocktail
Nazione:
Italia
Formazione:
- Francesco Bini :: Guitars;
- Matteo Carrai :: Lead Vocals;
- Francesco Micieli :: Drums; and Percussions;
- Marcello Arena :: Bass Guitar;
- Alessandro Biondi :: Keyboards, Backing Vocals;
- Nadia Koski :: Sax, Flute, Clarinet and Backing Vocals;
- Giada Secchi :: Choirs;
- Sandro Toncelli :: Choirs;
Genere:
Progressive Funk
Durata:
55' 27"
Formato:
CD
Recensione
Anche se questo genere musicale non rientra nell’ambito delle mie preferenze, basate prevalentemente su Death, Black e Thrash Metal, non posso certo esimermi dal dire che questo secondo lavoro dei Sushi Rain è semplicemente un piccolo capolavoro. Il lavoro, come sostanzialmente riporta lo stesso titolo del cd è un “cocktail” di generi musicali che spaziano dal rock al funky al soul e al reggae, insomma c’è un po’ di tutto ma il bello è che è eseguito a regola d’arte ed è strepitosamente coinvolgente. La band, anche se composta da circa otto elementi tra cui sassofonisti, tastieristi e addette al coro, è in grado di lasciare un sorprendente effetto che può tranquillamente sollevare qualunque tipo di morale abbattuto per le ragioni più diverse. Le dodici tracks proposte, sembrano essere delle piccole festicciole a cui è impossibile non partecipare soprattutto emotivamente apprezzando l’estro straordinario di questa band. Si parte con un intro poco felice ad avviso dello scrivente “Pop yoy Pay” che fortunatamente dura un paio di secondi per dare subito inizio alle danze che aprono con “Bunga Bunga” una sorta di rock’n’funk terribilmente attrattivo con l’inserimento di ballate miste tra sax e chitarra oltre ad una ritmica travolgente; anche “Why?” si mantiene sulla linea del precedente brano generando una nuova ritmica dove è impossibile non reagire scuotendo il proprio corpo e le gambe anche di fronte all’ inno del ritornello ripetuto tra coriste e cantante; “One last night in Philadelphia” è invece un momento riflessivo tra un acustico di chitarra, coro e parte cantata che in alcuni passaggi di questo brano ci ricorda un po’ John Bon Jovi; “Pillows” rivela la band alle prese con un progressive tendente quasi al metal semi acustico, efficace e ben fatto con i suoi ingredienti di keyboards, sax e chitarra. “Anche “March of Groove” che apre con un buon sax, ci riporta ad una ritmica quasi blues e soul dove si apprezza il buon lavoro di chitarra e i suoi successivi sviluppi sempre appoggiati con gli altri strumenti; “Free”, un motivo acustico, su cui si culla la canzone quasi romantica che merita sempre apprezzamento per la profondità con cui colpisce l’ascoltatore; “Jesus Cries from your eyes” ci riposta al contesto festoso con un nuovo entusiasmante progressive moderato d’effetto; i successivi “It’s time to Believe” e”Sushi Rain Can’t write a single” il primo, un acustico che perdura per buona parte del brano per poi dar posto ad una sorta di rock e funk su cui si insinua brillantemente il flauto, mentre il secondo, è un ottimo rock attivo e dinamico su cui collaborano ottimamente tutti gli strumentisti. E’ poi la volta di “Brain Drain” singolare progressive d’apertura poi misto anche a rock e soul che musicalmente dà ancora una volta da prova dell’abilità della band; superlativo anche il lavoro al sax. Si chiude con “One” altro acustico che si culla sul clarinetto e sull’ottima voce; buona anche l’esecuzione in lead solo della chitarra. Consiglio questo disco un po’ a tutti ma soprattutto a chi ama il funk e il sound acustico sperimentale; questa band ha fatto veramente un ottimo lavoro mettendoci estro e un mare di personalità.
Track by Track
- Pop yoy Pay S.V.
- Bunga Bunga 80
- Why? 80
- One last night Philadelphia 80
- Pillows 80
- March of Groove 80
- Free 80
- Jesus Cries from your eyes 80
- It's time to Believe 80
- Sushi Rain Can’t write a single 80
- Brain Drain 80
- One 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 95
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
82Recensione di Wolverine pubblicata il 21.11.2015. Articolo letto 2652 volte.
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