Svanzica «Red Reflections» [2018]
Recensione
Ritornano dopo ben 9 anni di silenzio i Veronesi Svanzica, una band il cui secondo album “Red reflections” è in realtà uscito nel 2018 (solo ora per qualche strano motivo ci è arrivato in redazione), e che ci mostra una band sicuramente che ritorna con una proposta musicale interessante, ma anche con evidenti ombre dovute alla ruggine accumulata.
Gli Svanzica infatti si alternano in questi 43 minuti di musica tra un sound più tipicamente death metal e sonorità più alternative, quasi più solari. E la dicotomia in realtà si rivela non essere male sulle prime, con una buona opener e una anche migliore “Lunar verbs” che collegano bene le due anime della band. Certo, l’equilibrio è un po’ precario e va a perdersi leggermente in “First step”, troppo languida nelle voci pulite, mentre “Spirit of the valley” rilancia l’equilibrio delle due anime della band, ma gli arrangiamenti usati non fanno uscire il ritornello come dovrebbe. Il fatto è che da qui in poi gli Svanzica cambiano, e rivelano una band sempre meno ispirata a fare death con tanto di growl, e sempre più a suo agio nel fare alternative, con delle canzoni che rigettano i riffs e la voce death metal, e quando insistono a fare questo genere, come in “Distortion”, suonano troppo semplici e dozzinali. Fortunatamente gli Svanzica almeno se la cavano bene nell’alternative, con una bella “Graffiti”, una solare e interessante “Whisper of light”, nonché la conclusiva “Jupiter”, che però viene troncata verso la fine (problema comune a qualche altro brano qui).
Appare chiaro che gli Svanzica di “Red reflections” sono uno di quei casi in cui la band dice di fare un genere, ma in realtà gliene viene più naturale farne un altro, l’alternative appunto. E tuttavia nonostante questa nuova (credo) veste musicale degli Svanzica funziona, il disco presenta degli errori formali qua e là che lo rendono di nicchia e che necessita di essere ri-registrato almeno; parliamo nella fattispecie di una qualità sonora molto scura e troppo chiusa, adatta molto più a un disco old school death metal che a questo, senza contare imprecisioni di tonalità nella voce pulita, e una certa mancanza di efficienza in fase di composizione, che fa sfumare certe canzoni quando è ancora troppo presto, senza scordare certi arrangiamenti che suonano come se la band stesse ancora suonando la strofa quando in realtà è passata al ritornello.
In conclusione: “Red Reflections” non è brutto e anzi ha potenziale come disco alternative, ma è comunque qualcosa che a livello formale ha bisogno di essere lavorato di più e rifinito. Sarà la ruggine ancora da scrollare di dosso?
Track by Track
- Through oceans of quiet 70
- First step 65
- Lunar verbs 70
- Spirit of the valley 65
- Brotherhood 60
- Graffiti 70
- Whisper of light 70
- Distortion 65
- Eternal noon trip 65
- Jupiter 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
67Recensione di Snarl pubblicata il 27.06.2019. Articolo letto 1750 volte.
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