The Happy Gays «Lonely Men In Love» [2016]

The Happy Gays «Lonely Men In Love» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
11.06.2016

Band:
The Happy Gays

Titolo:
Lonely Men In Love

Nazione:
Italia

Formazione:
- Mauro Gay :: Lead Vocals;
- Murky Gay :: Guitars, Vocals;
- Iaie Gay :: Bass, Vocals;
- Fabio Gay :: Drums;

Genere:
Punk

Durata:
37' 56"

Formato:
CD

Data di Uscita:
18.03.2016

Etichetta:
Jetglow Recordings

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Tornano sulle scene i padovani The Happy Gays con il loro ultimissimo “Lonely Men in Love”, un punk in perfetta sincronia danzereccia che diverte e tiene una piacevole compagnia. Accordi semplici, refrain di chitarra distorti e ritmiche in puro stile punk caratterizzano questi tredici brani cantati in lingua madre ed in inglese arricchiti anche da andature pur sempre spumeggianti e melodiche. In sostanza è questa la ricetta per far trascorrere un’abbondante mezz’ora di punk, non certo acerbo e snervante, ma allegro e in alcuni brani malinconico. “Non sento Niente “ apre il moniker con un’andatura ed un riff che si propaga dall’inizio del brano sino alla fine; il successivo “The life and times of of Jenny e Johnny” , cantato questa volta in lingua inglese, fa sostanzialmente colpo con le sue melodie lasciando un effetto musicale piacevole all’ascolto; anche “Beautiful Music” si presenta con un punk dai toni misti a rock ma con un ritornello quasi scontato nell’esecuzione; non si assiste a puntate di estro con la successiva “The Man who Sold the Song”, una brano che al di là della melodia decisamente elementare offre un ritornello che alla fine appare anche decisamente noioso nella parte cantata; è poi la volta di “ Ridi”, brano dai contenuti decisamente migliori rispetto ai precedenti per l’ andatura più animata ovviamente sempre su base punk le successive “Intense” e “Hei no, Let’s go baby” si mantengono sui toni delle precedenti, dinamiche ma non troppo confusionarie proprio a designare lo stile di questa band che in definitiva, pur essendo punk, si presenta moderato e non troppo irruento nei contenuti. Un po’ più punkettona e forse la migliore riuscita, appare “Squeeze Me”, una vera energia accelerata e decisamente da pogo. In successione si hanno “Don’t come too fast”, “With the band”, “Bad Mood” e “ I don’t like the People”, brani questi in cui viene sostanzialmente rimarcata, attraverso un punk moderato ma pur sempre divertente, la vena creativa di questa band attraverso contesti tematici relativi a cattive condotte di vita, amore e malinconia. Si giunge al conclusivo “The song of the Happy Gays” ricordandoci che l’insieme di quanto sopra detto, in definitiva, fa parte del nostro quieto vivere fatto anche di speranza e positività. Un disco che al di là di tutto, seppur non troppo creativo nei contenuti, ci fa trascorrere piacevolmente un’abbondante mezz’ora di ascolto segnalando, in ogni caso, che l’alternanza del cantato sia in lingua madre che in inglese potrebbe indurre una certa confusione lasciando poco nitida l’effettiva collocazione del gruppo ad un ascoltatore alle prime armi.