The Silverblack «The Grand Turmoil» [2015]

The Silverblack «The Grand Turmoil» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
19.09.2015

Band:
The Silverblack

Titolo:
The Grand Turmoil

Nazione:
Italia

Formazione:
- NEROARGENTO :: Lead Guitar, Vocals, Synths, Loops and Programming;
- CLAUDIO RAVINALE: Vocals;
- IVAN KING :: Bass;
- ROB GAIA :: Drums;
- NISHA SARA :: Live Keys and Performances;

Genere:
Industrial Metal

Durata:
36' 57"

Formato:
CD

Data di Uscita:
15.09.2015

Etichetta:
Sliptrick Records

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
Grand Sounds PR

Recensione

La branca del metal che viene definita metal industrial può trovare diverse applicazione strumentali per la sua realizzazione sia attraverso strumenti caratteristici del metal quali batteria, basso, chitarre elettriche ma nello stesso tempo anche l’impiego di parti elettroniche create al computer, software con basi elettroniche, campionatori musicali, batterie elettroniche e quant’altro si possa generale per creare effetti e comparti sonori che tendano a catturare l’attenzione degli ascoltatori. Ed è proprio attraverso l’impiego dell’elettronica che i Torinesi The Silverblack gettano le basi di questo lavoro intitolato “The Grand Turmoil” che si distacca notevolmente dai caratteristici sound metal a cui di solito siamo abituati. Le sonorità sono sempre molto effervescenti, è tutto un susseguirsi di elettronica, riff generati con synth, batteria programmate con sound digitale e chi più ne ha più ne metta. La parte vocale, spesso in alcuni brani accompagnati anche da quella al femminile, viene affrontata con un onesto tono cupo dai duplici effetti screams e growl che in alcuni casi riesce a dare la svolta giusta al brano ma nel complesso appare più che altro di assistere all’ascolto di un genere destinato ad un party di massa dove luci coloratissime, flash e ritmiche elettroniche la fanno da padrone stimolando comunque l’euforia dei più giovani. I brani complessivamente sono strutturati tutti in modo da sviluppare sempre contesti movimentati e irruenti; si assiste raramente all’impiego di riff di chitarra o lead solo. Trai brani di questo platter ricordo “King Size Vandalism” che presenta nel suo interno un lead solo intrigante ma niente di più; anche “As good as Dead” presenta un ritornello canoro molto orecchiabile cantato sia al maschile che al femminile; merita anche il conclusivo “Fragmentary Blue” che genera una sorta di elettronica con sonorità quasi gotiche ed altrettante andature lente; per il resto non c’è molto da dire. Indubbiamente il giudizio è meramente soggettivo, non posso dire di trovarmi di fronte al disco dell’anno né a quello del mese. Qualcun altro magari avrebbe urlato al miracolo ma non io. Indubbiamente, al di là dell’elettronica, credo che questi ragazzi abbiano comunque dato in maniera significativa il loro apporto ad un genere che li appassiona e li accomuna e che chiunque può ritenere a propria discrezione unico.