Thedus «Hypnosis» [2023]

Thedus «Hypnosis» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zolgia108 »

 

Recensione Pubblicata il:
09.02.2024

 

Visualizzazioni:
542

 

Band:
Thedus
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Titolo:
Hypnosis

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Roberto Amoruso (chitarra), Ivan Belisardi (basso) Simone Silvestre (batteria)

 

Genere:
Post Sludge/Doom

 

Durata:
1h 1' 14"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
28.07.2023

 

Etichetta:
Argonauta Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Grand Sounds PR
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Recensione

Ho pensato: forse dovrei mettermi comodo sul letto per tentare un viaggio astrale, forse l'ipnosi avrà effetto e sognerò lucidamente quest'album. Niente, tentativo non riuscito ed ho buttato 10 minuti della mia non vita... apprezzo comunque lo sforzo. Per fortuna parte "Regression" e dà un calcio in faccia alle nuvole, alla cloudkicker raddoppiati, forse quadruplicati. Certo i riff sono violenti quanto basta (mi sembra il minimo indispensabile) ma sentiti e risentiti, e lo stato di pesantezza è sempre quello, come se questo genere, seppur nato da relativamente poco, non sia quasi più in grado di evolversi. E non bastano le idee, gli ideali o le intenzioni, servono i fatti. Tutto si mischia, drone, sludge, doom e qualche pausa ogni tanto. Ecco forse sono proprio le pause la parte più innovativa e interessante di quest'album. Quegli arpeggi che non ti aspetti, quegli stacchi, quei tagli netti alla monotonia monolitica che di colpo, per un attimo, sostituiscono i rammarichi. Il problema sta proprio qui: bisogna essere in grado di cogliere le rotture nella routine e trarne godimento, cercando dunque di concentrarsi sui vuoti e non sul pieno. Però di sicuro quando ascoltavo i Lento, o i Sunn O))), o anche più semplicemente gli Omega Massif (band molto più simile delle altre sopracitate) rimanevo ben più soddisfatto. "Darkness Prevail" concettualmente è giusta, ma non nella composizione, che risulta quasi gotica, sembra di ascoltare un intermezzo composto da Martin Powell...
Tornando all'album con "Mind Control" mi viene in mente che forse però sia più che giusto, in questo genere, lasciarsi penetrare più e più volte da grosse pene emotive, e i Thedus alla fin fine hanno tutte le carte in regola per perforare il substrato interiore con suoni gonfi e ben strutturati, amalgama di riff pesanti e diretti, un basso urlante e un ritmo che incede e cade senza pietà per quasi un ora, lasciando spazio solo ad una fitta nebbia impenetrabile. Hypnosis è costellato di sottigliezze da cogliere, ma non credo sia stato concepito per essere goduto, bensì per essere assimilato.

Track by Track
  1. Profondo S.V.
  2. Regression 70
  3. Stranger Lights 65
  4. Forest 65
  5. The Darkness Prevail 45
  6. Mind Control 65
  7. Labyrinth 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
65

 

Recensione di Zolgia108 pubblicata il 09.02.2024. Articolo letto 542 volte.

 

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