This Broken Machine «[Departures]» [2018]
This Broken Machine
Titolo:
[Departures]
Nazione:
Italia
Formazione:
- Fabrizio Bompani :: Guitar;
- Luca Giani Carella :: Guitar, Vocals;
- Andrea De Vecchi :: Bass, Vocals;
- Matteo Barca :: Drums;
Genere:
Architectural Metal
Durata:
50' 47"
Formato:
CD
23.03.2018
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
I milanesi This Broken Machine, caratterizzano questo secondo lavoro intitolato “Departures” secondo uno stile definito architectural metal sostanzialmente nato dalla combinazione di più generi strutturati su ritmiche sincopate, chitarre pregne di dissonanti groove e voci alternate tra scream e clean particolarmente melodici quasi un po’ a voler richiamare l’attenzione su band del calibro di Gojira, Deftones, Tool ed altre. Il disco si presenta da un lato particolarmente compatto e melodico e dall’altro generato per lo più dall’utilizzo di contesti elettronici unificati alla strumentazione di base, invece per quanto attiene all’uscita del suono sembrerebbe il tutto non ottimale probabilmente a causa della produzione che rende, seppur non in maniera perfetta, la resa del lavoro. Sotto quello che è il profilo della creatività, il lavoro si mantiene nella media delle altre band che suonano il genere senza azzardare qualcosa di più diverso o singolare. I brani, come si accennava inizialmente si alternano tra melodie e distorti lasciando nel complesso una situazione piacevole ma non troppo entusiasmante all’ascolto. Tra i brani, i più interessanti ricadono in “The Tower” per la sua propensione al sound compatto prevale sin da subito offrendo un discreto growl e un altrettanto interessante ritmica; “Distant Stars”, offre invece il lato forse più sentimentale ed espressivo della band che alterna tra una base particolarmente soft la prevalenza di strutture nuovamente sviluppate su distorti e su un growl in alternanza sui momenti soft dal clean; interessante e nuovamente compatto è “This Grace”, un brano che presenta anche in parte la vena più core della band sempre alternata tra ritmiche moderate, quasi rilassanti, alla potenza; nel conclusivo “....And That Would Be the End of Us”, compaiono anche le sonorità delle viole che rendono oscura e tetra un’apertura poi ritmicamente potenziata tra distorti e ritornelli cantati. Un disco complessivamente apprezzabile sul piano strutturale, un po’ meno sul fattore della produzione e su quello della creatività.
Track by Track
- Departing 65
- Weight 60
- The Tower 70
- Return To Nowhere 65
- Distant Star 70
- This Grace 70
- As You Fall 65
- “....And That Would Be the End of Us 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
67Recensione di Wolverine pubblicata il 04.05.2018. Articolo letto 1636 volte.
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