Trails of Sorrow «Languish In Oblivion» [2012]

Trails Of Sorrow «Languish In Oblivion» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2173

 

Band:
Trails of Sorrow
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Titolo:
Languish In Oblivion

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Friedrich Restless Soul :: Guitars, Synth & Programming
Dying Poet Of Funeral Litanies :: Lyrics, Vocals

 

Genere:

 

Durata:
54' 52"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Carino questo disco di debutto dei romani Trails of sorrow, band formatasi nel 2011 e che ci propone ciò che loro chiamano “Funeral Gothic Doom metal” con questo “Languish in oblivion”, full length uscito per la Domestic Genocide records, inviluppato in una veste grafica gradevole e che condensa 7 canzoni + 3 intermezzi in quasi 55 minuti di musica. Ora, mi trovo d’accordo con la definizione del genere musicale della band fatta eccezione per il termine “gothic”: qui di gothic non ce n’è traccia. Troverete strazianti litanie a pacchi grigie e depressive, ma non troverete aperture ariose tipiche di gruppi come My dying bride, Anathema, Pantheist e altri: qui il grigiore regna assoluto.
Detto questo, il cd è, come detto, carino e mostra una band che sa bene come creare moods asfittici ed oppressivi, ma come purtroppo capita sovente per le bands che si cimentano in questo genere (a mio avviso), i TOS fanno un full length decisamente troppo presto e senza la necessaria esperienza per i particolari, e per quanto il loro disco di debutto abbia i pregi suddetti, evidenti nella drammatica conclusione “Ora è la fine” o la iniziale “Dreams are dying” o “A grave of loneliness”, ce ne sono altri che zavorrano la riuscita del disco, ovvero: anzitutto i suoni: nonostante non siamo di fronte a una qualità sonora domestica, ci sono comunque molte pecche. La chitarra poteva essere più satura di suoni e invece non morde come dovrebbe, il basso non emerge prepotente, la batteria è purtroppo una drum machine con dei suoni non finti ma comunque neanche qualcosa di speciale, e gli arrangiamenti di questo strumento hanno poca inventiva e originalità, mentre la tastiera propone ottime partiture, ma quando si tratta di riprodurre strumenti classici i campioni non sembrano buoni e si ha la netta impressione che siano finti anche quelli. Per la verità alle volte anche la tastiera stessa sembra finta e fatta al pc, ma non sono sicuro di questo. Il disco inoltre, presenta anche la pecca della troppa omogeneità: tutte le canzoni sono molto claustrofobiche e insistono sullo stesso mood, le chitarre non divagano e fungono più che altro da accompagnamento, e il risultato potrebbe non piacere a tutti.
Insomma: non una schifezza, tutt’altro, ma un disco che musicalmente mi piace anche se con un songwriting ancora in fase di sviluppo e una realizzazione tecnica del disco non altrettanto all’altezza della musica. Occorre più variazione, inventiva e rifinitura nei dettagli dei suoni. Il disco è consigliato comunque agli amanti del depressive. Provate a dargli un ascolto, potrebbe interessarvi.

Track by Track
  1. Dreams are dying 70
  2. Living as to Live is to Suffer 60
  3. A grave of loneliness 75
  4. Trees crying leaves 65
  5. See my blood flowing 65
  6. In luce 65
  7. Suffering comes 60
  8. Wonderful memories 65
  9. A blinking shadow 65
  10. Ora è la fine 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
66

 

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