Ulvedharr «Ragnarök» [2014]

Ulvedharr «Ragnarök» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
27.03.2015

 

Visualizzazioni:
3803

 

Band:
Ulvedharr
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Titolo:
Ragnarök

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ark Nattlig Ulv: Vocals
Fredreyk: Guitars
Markus Ener: Bass
Mike Bald: Drums

 

Genere:
Old school Death Metal

 

Durata:
41' 17"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
01.12.2014

 

Etichetta:
Nemeton Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I bergamaschi Hulvedharr mettono in atto con questo nuovo lavoro in chiave death metal un full lenght di piena brutalità dal titolo Ragnarök il cui significato, derivante dalla mitologia norrena, racchiude una serie di eventi futuri totalmente nefasti e distruttori quali la sommersione del mondo della acque da cui, successivamente, rinascerà un nuovo mondo fertile popolato da due esseri umani sopravvissuti alla catastrofe. La line up, tra l’altro modificata a registrazioni ultimate, sembra immedesimarsi nella belva raffigurata in copertina che si scatena sin dalle prime battute dall’album con “The last winter” la cui partenza a cannone devasta tutto ciò che incontra senza lasciare spazi di recupero all’ascoltatore. Anche “Skyaldborg”, che richiama l’old death swedish style, propone una ritmica assennata in cerca di vendetta che conferma a pieni voti la geometrica sintonia della band dinanzi alle non semplici variazioni proposte e dalla cui forsennatezza è impossibile distrarsi. A riprova della capacità e compattezza della line up è “Ragnarok”, titolo del lavoro, dove i colpi lanciati da dietro le pelli generano una ritmica con variazioni in continua evoluzione che finisce inequivocabilmente per coinvolgere anche gli ascoltatori più esigenti. Anche la successiva “When the fog still burn” è massiccia e sin dalle primissime battute evoca a tutti gli effetti l’operato “demonizzante” della band nella sua uniformità. Il quinto brano “Bergheim” adotta un intro che ricorda i primissimi Dismember anche se poi nella parte restante, sostanzialmente, rimane pressappoco invariato a livello creativo. Sinergico è anche “The serpent and the wolf” dove, al di là della più che buona ritmica, il cantato, a parere di chi scrive, dimostra un’adattabilità a pieni voti dinanzi a tutte le varianti musicali che affronta di brano in brano; poco fantasioso il lead solo conclusivo. I rimanenti due brani tra cui Valkyrias, che a sommesso avviso di chi scrive, è forse il brano più bello di tutto l’album, danno ancora una volta la piena prova della capacità compositiva di questa band nell’inserire, su ognuna delle 8 tracce proposte, qualcosa di originale che può essere percepita nella sua essenza lasciando all’ascoltatore la giusta soddisfazione. Gli Hulvedharr, con questo secondo lavoro, confermano le proprie capacità musicali nell’ambito del Death Metal che li pone inevitabilmente su un livello artistico ben oltre la base che spesso caratterizza la presunzione di numerose band di saper suonare un genere che in realtà resta appannaggio di pochi.

Track by Track
  1. The Tast Winter 80
  2. Skjaldborg 80
  3. Ragnarök 80
  4. When The Fog Still Burn 85
  5. Bergheim 70
  6. The Serpent and The Wolf 75
  7. Valkyrias 90
  8. Battle For Asgard 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
80

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 27.03.2015. Articolo letto 3803 volte.

 

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