Unalei «Taedium Vitae» [2016]
Recensione
Diciamo che il connubio arte e musica ha sempre affascinato un po’ tutti a prescindere dal contenuto e dall’esito di quanto i singoli artisti riescono a creare; in ogni caso però vanno fatte le giuste distinzioni. E’ il caso del progetto solista di Unalei intitolato “Taedium Vitae”, un lavoro prettamente post metal che nelle sue otto tracce, seppur richiamando non poco lo stile musicale dei Novembre, denota una carenza di aggressività sonora e di tenacia che lascia di tanto in tanto quasi smorzare quell’indole incisiva che alcuni brani tendono inizialmente a rappresentare. Sostanzialmente l’autore pare in alcuni casi più concentrarsi sul senso dei testi cantati in lingua madre piuttosto che sulla parte musicale che appare decisamente discontinua e poco uniforme. Le ritmiche risultano soddisfacenti all’ascolto ma l’effetto che in realtà dovrebbero rendere per generare anche quell’impatto auditivo che l’ascoltatore va a ricercare, in realtà non emergono. Il disco apre con “Aporia”, un brano che strumentalmente dà l’idea di un progressive dai contenuti malinconici; a seguire “Belyje Noči” dove appare, seppur per poco, prevalere la parte musicale rispetto a quella cantata sempre assolutamente espressiva; “Primo Reincontro Nell’epoca Moderna” risulta un moderato privo di distorti, dai toni quasi progressive, per l’inserimento anche di effetti elettronici di chitarra semi arrangiata; il brano parte poi all’improvviso con un carico di distorti che rimangono però poco nitidi all’ascolto; situazione che si manifesta anche nel corso della successiva andatura adottata e nuovamente interrotta da un arpeggio di chitarra cantato; non sono da meno neanche le successive “Salve Regina” e “Miserella” ancora una volta due brani che vedono al proprio interno l’inserimento di alcune e diverse tendenze musicali che, unificate al clean divenuto a tratti scream, rende il tutto musicalmente confusionario nei momenti più irruenti; il secondo brano vede anche l’inserimento cupo del pianoforte a supporto della parte cantata moderata, quasi soffusa. Si prosegue con “La Vuelta Esteril” risulta un recitato in lingua spagnola sotto una base soft acustica e poi “La bellezza Inedita” che merita elogi per la sola parte acustica di chitarra che va dalla metà a concludere il brano. Termina il disco “Sei Sveglia?” altro brano esclusivamente artistico nei contenuti. Il disco, pur apparendo come un progetto, denota molta intraprendenza risultando, a parere di chi scrive, un lavoro più artistico che musicale all’interno del quale prevale esclusivamente l’espressività dell’autore e meno la parte strumentale che pur sempre merita il dovuto rispetto solamente per le parti generate in acustico.
Track by Track
- Aporia 55
- Belyje Noči 55
- Primo Reincontro Nell’epoca Moderna 60
- Salve Regina 55
- Miserella 50
- La Vuelta Esteril 55
- La bellezza Inedita 60
- Sei Sveglia? 50
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 60
- Tecnica: 50
Giudizio Finale
56Recensione di Wolverine pubblicata il 09.09.2016. Articolo letto 1818 volte.
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