Underwell «The Chant of Husks» [2014]

Underwell «The Chant Of Husks» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.10.2014

 

Visualizzazioni:
1858

 

Band:
Underwell
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Titolo:
The Chant of Husks

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Daniel :: Vocals
Bertuzz :: Guitars
Marco :: Guitars
Dave :: Bass
Tiaz :: Drums

 

Genere:
Post-Hardcore

 

Durata:
36' 52"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2014

 

Etichetta:
WormHoleDeath
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“The chant of husks” è il secondo album per gli Underwell, post hardcore band da Pavia, anche se io di post qui ne sento poco o niente.
Com’è questo album uscito per la WormHoleDeath? In poche parole, come una macchina potente che ogni tanto ha cali di potenza. Sì perché anzitutto qui non si brilla per originalità, visto che “Easy escape” è proprio una canzone tipica di questo genere, con tutti i crismi e abbastanza convincente, ma con un ritornello onestamente fiacco, e dei quali pochi ne rimangono davvero in mente. E un po’ tutto l’album è così, con trovate anche belle ma affiancate ad altre che funzionano meno, e questo è un peccato perché a volte la band dimostra davvero di saperci fare. Alcuni esempi sono dati dall’inizio di “The Arsonist” dove gli Underwell cominciano con una chitarra solista stupenda e poco distorta, salvo poi rovinare tutto con un tempo blast o quasi e un riff che non c’entra nulla. Idem dicasi per la title track, misteriosamente agghindata da delle percussioni tribali ma che poi ritorna a suonare metalcore, e con solo due canzoni a convincermi del tutto, che sono: “Path of fire", più massiccia, e “Charging darkness”, più compatta e groovy, mentre “Dark Soul” poteva essere un ottimo brano rabbioso tranne poi metterci una parte melodica che ne rovina l’impatto perché lo rende troppo uguale agli altri.
Insomma: “The chant of husks” è il frutto di una band che grosso modo sa comporre, ma che non si preoccupa di differenziare un po’ le canzoni né di rendere l’album eterogeneo, e personalmente due bonghetti nella title track e l’inizio di “The Arsonist” non mi bastano per definire questa band post o originale. In conclusione: “The chant of husks” è un disco per collezionisti del metalcore, ma è il frutto di una band che a quanto sento ha poca personalità e una sgradevole tendenza a mettere tutte le caratteristiche del metalcore tutte insieme in tutte le canzoni, differenziandole poco.

Track by Track
  1. Easy escape 65
  2. Deformation of the social scale 65
  3. Long lost photograph 60
  4. Dark Soul 65
  5. Path of fire 75
  6. Charging darkness 75
  7. The arsonist 65
  8. Chant of the husks 65
  9. Chipotle 60
  10. Shotgun diplomacy 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl pubblicata il 11.10.2014. Articolo letto 1858 volte.

 

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