Unison Theory «Arctos» [2016]
Recensione
Occupiamoci dei romani Unison Theory che hanno da poco rilasciato il loro debut album intitolato “Arctos” in cui la splendida cover art non fa che confermare il meraviglioso contenuto di questo lavoro racchiuso in otto tracce per una mezz’ora abbondante di ascolto. Il lavoro trascina in maniera vertiginosa sin da subito l’ascoltatore nella sua colossale muraglia sonora composta da un mix tra death e thrash metal moderno le cui sonorità si sposano in maniera sublime con Obscura, Meshuggah e quant’altro. Il lavoro si distingue in maniera accademica rispetto al comune proprio per la dinamica che lo contraddistingue e l’ottima capacità dei singoli membri; la parte vocale, in un incredibile misto tra growl e scream, si sposa ottimamente con le andature di ciascun brano dai quali trasudano, oltre che svariati contesti melodici, anche andature e ritmiche elaborate, tecniche oltre che innovative nei contenuti disposte in alternanza tra contesti stop’n’go e cavalcate di inaudita potenza. Dopo un intro “Deepeye”, parte in maniera compatta e tecnica la successiva “Omega”, che vede tra l’altro la partecipazione come guest di Rafael Trujillo degli Obscura; il brano procede nelle sue alternanze sonore offrendoci un ottima proposta e una perfetta sintonia tra batteria e chitarra; buoni anche gli intermezzi all’interno dei quali non mancano splendidi lead solo di chitarra; l’ascolto prosegue con la successiva “Arrigetch: The Devil’s Passage” un riff squarcia timpani detta legge sull’andatura del brano in costante mutazione ritmica all’interno del quale non mancano piccoli frammenti melodici tra un passaggio e l’altro che fanno decisamente la differenza; si prosegue con la successiva “Project Shockwave” dove questa volta si ha la presenza di Tommaso Riccardi dei Fleshgod Apocalypse come guest star, la track richiama l’attenzione per i suoi iniziali contenuti alla Meshuggah che poi nel corso dell’ascolto prendono una piega diversa per concentrarsi più su un death metal dinamico e personalizzato; splendidi ancora una volta i lead solo del brano e la parte vocale; è poi la volta di “Grendel”, altra magnificenza assoluta di questo lavoro, dove questa volta a dettare legge è un’apertura mista tra death e thrash che si propaga come un fiume in piena dimostrandoci l’assoluta capacità di questo quartetto; non da meno neanche le successive “Level 4” e la seguente “Polar Sentinel” che si mantengono intense e ricche di variazioni ritmiche in particolare la seconda che si concentra maggiormente su un contesto più tecnico e anche sinfonico; si giunge all’apice del lavoro con la conclusiva “The Price of Eternity”, altro splendido esempio di death metal tecnico moderno che va in definitiva a chiudersi tra arpeggi e viole come a rappresentarci la classica quiete dopo la tempesta. Il concept è un meraviglioso concentrato di abilità e dinamica decisamente superiore alla media che fa di questa band un’ottima rivelazione nell’ambito del settore. Disco da avere assolutamente.
Track by Track
- Deepeye S.V.
- Omega 85
- Arrigetch:The Devil's Passage 85
- Project Shockwave 85
- Grendel 85
- Level 4 90
- Polar Sentinel 95
- The Price of Eternity 95
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 95
- Qualità Artwork: 95
- Originalità: 90
- Tecnica: 95
Giudizio Finale
90Recensione di Wolverine pubblicata il 09.11.2016. Articolo letto 2480 volte.
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