Urluk «More» [2023]
Recensione
Avevo già avuto modo di occuparmi del duo milanese degli Urluk con l’Ep “Loss” che mi aveva entusiasmato sino ad un certo punto; la band torna oggi in auge con le cinque tracce di “More”, un concentrato malinconico misto, ancora una volta, tra black e doom metal, i cui esiti paiono avere un impatto significativamente diverso rispetto al passato. In sostanza, nel nuovo lavoro, il duo milanese offre uno squarcio assai più profondo sia sotto il songwriting che soprattutto su alcune dinamiche strumentali capaci di rende appieno quel senso di vuoto che significativamente abbraccia la congiunzione dei generi. Dopo il lungo strumentale d’apertura “The Fog”, brano disposto in una lunga oscura e tetra ambientazione, gli Urluk propongono “Convoluted” il cui rauco scream si dispone all’interno di un ronzante e nitido doom proteso in particolar modo a rendere più che altro l’espressività del contenuto del brano; è poi la volta di “Haunted” nuovamente lento e melmoso, dai contenuti poco variegati stante la propria lungaggine ma pregno di un più che percepibile malessere interiore; “Thoughts” segna forse la migliore interpretazione del platter brano lento ma ricco di pathos e delirio; chiude un inedito motivo acustico tra clean, percussioni, chitarra e synth i cui effetti non abbandonano mai quel clima di malessere interiore. La prova questa volta segna un miglioramento significativo rispetto all’Ep e dimostra che, anche se c’è ancora molto da fare, i nuovi orizzonti creativi della band sono in continua evoluzione.
Track by Track
- The Fog 75
- Convoluted 65
- Haunted 70
- Thoughts 75
- More 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
71Recensione di Wolverine pubblicata il 14.02.2024. Articolo letto 623 volte.
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