Void of Silence «The Grave Of Civilization» [2010]
Void of Silence
Titolo:
The Grave Of Civilization
Nazione:
Italia
Formazione:
Riccardo Conforti – Drums, Keys, Synths & Machines
Ivan Zara - Electric And Acoustic Guitars, Bass Guitars
Brooke Johnson – Vocals
Genere:
Durata:
49' 34"
Formato:
CD
2010
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Dopo 6 anni di silenzio dal precedente lavoro Human Antithesis, periodo caratterizzato da notevoli problemi interni che hanno coinvolto l'intera band e vari componenti, tra cui uno scioglimento e conseguente reunion, tornano i romani Void Of Silence con il loro nuovo attesissimo lavoro The Grave Of Civilization. La nuova formazione vede Brooke Johnson degli Axis Of Perdition alla voce, cambiamento che però non ha scosso molto lo stile della band che offre sempre un doom metal di fondo abbastanza semplice, ma che ha molto da offrire: l'intera composizione concentra l'attenzione sulle belle atmosfere di tastiere che creano sonorità molto coinvolgenti e piene, l'aspetto secondo me di forza assoluto dell'album, su cui le linee di basso e batteria portano avanti sezioni ritmiche che, come il genere impone, presentano tempi abbastanza lenti e cadenzati.
La produzione a mio avviso poteva essere un po' più curata soprattutto per quanto riguarda la qualità audio, infatti il sound di chitarre molto grezzo e poco curato in posizione quasi di background, a mio avviso, è in netta contrapposizione con ottime registrazioni di batteria e voce: questa netta differenza, sicuramente non giova al sound della band che fa perdere molte delle potenzialità del lavoro. Sono inoltre presenti alcune imprecisioni di timing nei passaggi e stacchi di batteria e si ha come la sensazione che le chitarre ogni tanto siano quasi fuori tempo. Questi piccoli problemi sicuramente incidono sensibilmente in quello che sarà il voto della qualità audio, ma la caratura del lavoro rimane comunque alta.
Venendo ad un analisi dei pezzi, sono tutti molto interessanti, però l'ascolto di tutta la play list non è sicuramente facile e scorrevole (anche se sicuramente non è quello che la band cercava di ottenere visto l'ambiente più di nicchia in cui la band si muove) vista la presenza di molti pezzi la cui lunghezza supera notevolmente i 10 minuti: in questi, le idee presenti sono molte, ben unite e variegate, ma la durata eccessiva probabilmente rende questo album, nella sua integrità, particolarmente adatto agli amanti del genere, ma anche un ottimo ascolto per chi voglia interessarsi di doom made in Italy.
Track by Track
- Prelude to the death of hope 70
- The Grave of Civilization 75
- Apt Epitaph 65
- Temple of Stagnation (DFMI MMX) 65
- None shall Mourn 75
- Empty Echo 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
71Recensione di Dust pubblicata il --. Articolo letto 1325 volte.
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