Void of Sleep «Metaphora» [2020]

Void Of Sleep ĞMetaphorağ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
17.03.2020

 

Visualizzazioni:
1625

 

Band:
Void of Sleep
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Titolo:
Metaphora

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Allo :: Drums, percussions;
- Burdo :: Vox and Guitars;
- Andrea :: Bass;
- Gale :: Guitars and Chorus;
- Momo :: Synths, Keyboards;

 

Genere:
Occult Progressive Metal

 

Durata:
46' 40"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.03.2020

 

Etichetta:
Aural Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Terzo disco per i Void Of Sleep che con il loro più che collaudato sludge progressive danno alla luce sette brani miscelando ritmiche epiche, doom, heavy e quanto di meglio riescono a fare. Il rimpasto della line up con la sostituzione del bassista e del tastierista, sembrano offrire in ogni caso una creatività assai più consistente grazie soprattutto alle iniziative malinconiche del synth che, miscelato ad arpeggi di chitarra, da luogo a splendide iniziative come l’effettiva quanto lunga prima traccia del disco “Iron Mouth”, preceduta da un intro anch’esso malinconico di chitarra, all’interno della quale la band forgia al meglio tutto il proprio repertorio compositivo deliziandoci anche con lunghi passaggi strumentali; segue poi “Waves Of Discomfort”, iniziativa strumentale dal sapore sepolcrale e dannatamente d‘effetto; un’andatura quasi doom segna invece l’apertura di “Unfair Judgments” un brano con cui il clean e la successiva direzione più pulita generano un’ alternanza tra distorti e non, segnando la buona intuizione e la vincente esecuzione del clean; molto più grintosa è invece “ Master Abuser” forte di una ritmica incondizionatamente propositiva e coinvolgente per struttura e sound in cui il clean si propone in maniera quasi più rabbiosa; si procede poi con “Modern Man” dall’apertura assai moderata, quasi alternative, con i suoi immancabili richiami al prog soprattutto nella sua seconda parte con sottofondo in synth; chiude il disco la lunga “Tides Of The Mourning” con un nuovo intro malinconico affidato alle note di una chitarra in assetto quasi arido la cui ritmica dal sapore quasi moderato, si alterna nuovamente tra momenti più o meno intensi. La band con questo lavoro riesce ben a coinvolgere l’ascoltatore attraverso un complesso sonoro e strutturale di buona fattura facendosi apprezzare integralmente e senza mezze misure.

Track by Track
  1. The Famine Years S.V.
  2. Iron Mouth 75
  3. Waves Of Discomfort 70
  4. Unfair Judgments 75
  5. Master Abuser 75
  6. Modern Man 75
  7. Tides Of The Mourning 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 17.03.2020. Articolo letto 1625 volte.

 

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